del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi
All'annuncio di Silvio Berlusconi di abolire l'ICI sulla prima casa, idea che riprende una vecchia proposta bertinottiana, la Sinistra risponde, come già accaduto più volte in passato, in maniera scomposta e contraddittoria, dimostrando così, se ce ne fosse ancora bisogno, che al suo interno, non solo convivono più anime, ma anche politici ed amministratori di diverso spessore e di diseguale intelligenza politica.
Così il Sindaco di Roma Veltroni , a cui se non altro va riconosciuta la capacità di cogliere tempestivamente i segnali e le opportunità politiche, annuncia per il 2007 (guarda caso in coincidenza con la scadenza delle amministrative romane), la riduzione dello 0,2% dell'ICI che passerà dunque al 4,7% con una media di 432 euro circa di imposizione.
E non solo: verrà anche allargata a 250mila famiglie la fascia di coloro che potranno usufruire di detrazioni fiscali, raddoppiati a 18mila gli esentati totali e portando a 8mila euro il limite di reddito per l'esclusione dal pagamento. E le risorse per far fronte al minor gettito, argomento questo così caro al nostro Sindaco Domenici? Veltroni le reperirà attraverso un accordo con la Regione Lazio che creerà un apposito fondo di 70 milioni di euro (40 per la sola Roma) e con un successivo accordo col Governo.
Prima ancora di Veltroni altri amministratori locali presenti e futuri hanno imboccato la strada per l'abolizione e la riduzione dell'ICI. Il candidato a sindaco di Milano Letizia Moratti ha annunciato per parte propria che aumenterà le detrazioni previste portandole a 500 euro, il che azzererà l'ICI per i proprietari di piccoli appartamenti e ridurrà la tassa del 18% per quelli di grandi dimensioni. E le risorse (stimate in 100 milioni di euro) verranno reperite con la riduzione degli sprechi nella macchina comunale ed un consistente recupero dell'evasione.
E che dire poi del Sindaco dell'Abetone che dal 2007 restituirà ai proprietari residenti l'ICI versata sotto forma di contributo alle famiglie e ricavando la minore entrata con gli introiti della gestione del parcheggio in costruzione. E il nostro Sindaco che fa? Monta la solita stucchevole polemica sulla mancanza di risorse per abolire o almeno ridurre la tassazione, porta l'ICI al 6 per mille, attestando così Firenze tra i grandi comuni con l'aliquota più alta e non riesce a cogliere ancora una volta le opportunità politiche che gli vengono concesse.
Fra l'altro una consistente riduzione dell'aliquota per le prime case sarebbe possibile se, ad esempio, la Regione Toscana sbloccasse o aumentasse i trasferimenti dovuti al Comune di Firenze, o se l'Amministrazione fiorentina invertisse la rotta sugli sprechi e sui pessimi risultati della gestione delle società partecipate (nel triennio 2002-2004 hanno avuto perdite per quasi 34 milioni di euro, senza considerare le perdite 2000-2001 e i dati pesanti del consuntivo 2005 a fronte di dividendi per l'anno 2004 di appena 600mila euro).
E poi le spese per le consulenze e gli incarichi, per le posizioni organizzative e quant'altro porta la spesa pubblica del Comune di Firenze ad aumentare tutti gli anni. Ma il nostro Sindaco, dimentico di quanto sopra, continua a piangere miseria, allarma i cittadini ventilando tagli ai servizi sociali, aumenta il prelievo forzoso attraverso le contravvenzioni ed il recupero della famigerata tassa sul panorama, e non contento, con una modica spesa di 37mila euro, invita i cittadini a versare al Comune di Firenze il cd.
5per mille, ignorando che i cittadini sanno benissimo come il Comune spende il pubblico danaro. Ed in cambio cosa offre. La risposta è presto data: nuove tasse, come quella di scopo o di ingresso, spese per inutili campagne come "Amo Firenze", con la città sempre più ridotta ad un nauseabondo suk e sempre più degradata, maggiori introiti con le multe, vero infernale sistema di tassazione e nuove spese per foraggiare quel sistema di potere che offre consenso elettorale ed appoggio indiscriminato alle follie amministrative di questa Giunta