Dal 20 Marzo al 29 Aprile 2006, presso il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria di via S. Egidio di Firenze, è allestita la mostra “Vietato non toccare”.
L’evento segue i temi base dell’archeologia delle origini come le trasformazioni anatomiche del genere homo, le materie prime e gli utensili utilizzati.
Ogni visitatore ha la possibilità di seguire il percorso mediante esperienze tattili e multisensoriali e attraverso opere d’arte e resti ossei in originale e in calco.
L’obiettivo principale della visita è permettere ai disabili visivi di avere un contatto ravvicinato con l’ambito storico e museale.
I visitatori normovedenti hanno la possibilità di seguire il percorso bendati ed accompagnati da una guida in piccoli gruppi di tre o quattro persone, per conoscere in modo diverso gli stadi evolutivi del genere umano.
“La mostra “Vietato non toccare” rompe così la tradizione, basandosi su un’interferenza cognitiva che vuole ribaltare l’aspetto tipico della fruizione dell’arte -si prega di non toccare-”, ci dicono le guide.
Questo evento itinerante ideato dall’Università di Siena, si pone l’obiettivo di abbattere sia le barriere architettoniche che quelle sensoriali, causa dell’alterazione della percezione visiva, oltre che le barriere di tipo emotivo che fanno percepire gli ambienti pericolosi e faticosi.
Nove da Firenze ha seguito una visita fatta al museo dagli studenti del corso di Comunicazione, Conservazione e gestione dei beni archeologici del distaccamento di Grosseto dell’ Università di Siena.
Abbiamo incontrato la Professoressa Nicoletta Volante, docente di paletnologia, secondo la quale il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria di via S.
Egidio contiene la collezione più completa di tutta la Toscana.
Fondato dallo storico, antropologo, etnologo e palentologo Paolo Graziosi nel 1946, il Museo è attivo in ambito nazionale ed internazionale nel campo dell’archeologia preistorica.
“Da sottolineare” dice la Professoressa Volante “la presenza in questo museo dell’intero scheletro di un Ursus Spelaeus, molto raro da poter vedere”. “Peccato che il museo non riceva sempre l’attenzione che meriterebbe” conclude la professoressa Nicoletta Volante.
Andrea Veronese