(16 marzo 2006) – L’Asia alle porte è una grande opportunità. La Provincia promuove a Firenze, venerdì 17 marzo, un seminario nazionale di studio sui rapporti turistici tra la Cina e l'Italia, organizzato congiuntamente dal Ministero degli Esteri Italiano, l'Azienda del Turismo di Roma e l'Agenzia per il Turismo di Firenze. Il convegno è un'occasione di reale approfondimento tecnico e scientifico, sulle prospettive e le criticità del turismo cinese in Italia. I relatori sono di grande rilievo, i temi pure.
I lavori cominceranno alle ore 9 a Firenze, in Palazzo Medici Riccardi, in via Cavour 1. Come è noto sul tema che verrà affrontato prevale generalmente una visione “esigenzialista”, dove si evidenziano le grandissime potenzialità per il nostro Paese di una crescita generale del turismo cinese, “ma spesso – osserva il Presidente della Provincia di Firenze - non si discute abbastanza sui modi e gli strumenti attraverso cui si possono conquistare nuove posizioni, oltre che sulle criticità, sui nodi o le strettoie attraverso cui bisogna passare, prima di poter affermare un ruolo italiano più forte nel continente cinese”.
Ecco le ragioni che hanno spinto gli organizzatori a cimentarsi nell’organizzazione di questa iniziativa, il cui primo obiettivo è perciò di conoscenza del fenomeno turistico cinese, delle sue caratteristiche e della sua probabile evoluzione.
La giornata si svilupperà attraverso tre sezioni: la prima ospiterà una serie di relazioni su ciò che sta accadendo nel rapporto tra l’Italia e la Cina sul piano turistico, anche con testimonianze da parte di chi opera in Cina “sul campo” ogni giorno e una seconda sessione in cui i “decisori” variamente impegnati nella direzione della politica turistica, Enit, Ministero delle Attività Produttive, Regioni, proveranno a interloquire con le tematiche segnalate nella parte iniziale del seminario.
Nella terza sezione, pomeridiana, si proverà a testare la coerenza e la potenzialità dei vari “prodotti” turistici italiani (i prodotti balneari, quelli alpini, le crociere e altri) rispetto alla Cina con spirito aperto e critico.