In una calda serata dell'agosto 2000 ai tavolini del bar "Impero" alla Badia si parla di Michelangelo e delle voci che lo vogliono nato in Casentino. Andrea Manetti, colpito dalla possibilità che il Genio non sia effettivamente nato a Caprese, decide di verificare.
I primi riscontri sul territorio, negli archivi e nelle biblioteche, danno spazio al dubbio. Fortunate circostanze, letture approfondite e interessantissimi ricordi dei vecchi del posto lo spingono a verificare le prove a favore della località tiberina.
A Firenze, d'altra parte, esiste un "documento scritto del padre di Michelangelo", come lo definisce il Mercanti, che ha sempre suffragato l'assegnazione a Caprese dei natali di Michelangelo.
Ma la svolta giunge con gli autori francescani, ignorati per secoli, che forniranno però al Manetti prove a stampa in favore del Casentino.
Il libro, in cui viene dedicata molta attenzione a quel "Codice Buonarroti", riassume anche tutta la storia delle contese tra Caprese e Chiusi, fornendo ai lettori un contributo di seria riflessione sociale oltre che storica.
Andrea Manetti è nato nel '44 a Firenze, dove si è laureato in Giurisprudenza con una tesi su L'organizzazione amministrativa nel settore dei Beni Culturali.
Ha lavorato nella sede fiorentina della Fondiaria Assicurazioni, dove ha ricoperto la carica di responsabile dell'archivio storico e curatore del museo aziendale.
Negi ozi estivi nelle "aure miti" di Serravalle e di Badia Prataglia in Casentino coltiva da ormai molti anni la passione per la viabilità antica, maturata dalla lettura delle opere di Alberto Fatucchi di Arezzo.