Pasolini amava Torpignattara, la Marranella, il Pigneto, 1a Borgata Gordiani. Nella realtà dura e violenta della periferia degli anni '60 lui aveva saputo cogliere una dimensione poetica inattesa e, per certi versi, ignorata da molti altri intellettuali. Là aveva conosciuto Franco Citti ("Un giorno Sergio, mentre camminavamo, 1a, al semaforo della Marranella, per la Casilina, mi presentò suo fratello Franco che era un ragazzetto di diciassette anni"); là aveva voluto che si muovessero i suoi Ragazzi di Vita ("Tutt'intorno s'alzavano impalcature e casamenti in costruzione, e grandi prati, depositi di rottami, terreni fabbricabili; da lontano, forse dalla Marranella, dietro il Pigneto, si sentiva giungere la voce d'un grammofono ingrossata dall'alto parlante.
(...) quando ch'ebbero lasciato alle spalle, passa passo, Porta Furba e si furono bene internati in mezzo a una Shangai di orticelli, strade, reti metalliche, villaggetti di tuguri, spiazzi, cantieri, gruppi di palazzoni, marane, e quasi erano arrivati alla Borgata degli Angeli, che si trova tra Tor Pignattara e il Quadraro (...)" ); e là aveva voluto girare Accattone, il suo primo film ("Erano giorni stupendi, in cui l'estate ardeva ancora purissima, appena svuotata un po' dentro, dalla sua furia.
Via Fanfulla da Lodi, in mezzo a1 Pigneto, can le casupole basse, i muretti screpolati, era di una granulosa grandiosità, nella sua estrema piccolezza; una povera, umile, sconosciuta stradetta, perduta sotto il sole, in una Roma che non era Roma").
Le parole di Pier Paolo Pasolini riecheggiano avvolte dal grande jazz di due“numeri 1”: Roberto Gatto, Danilo Rea. Il “duo” Gatto (consacrato miglior batterista europeo), Rea (pianista restituito interamente al jazz dopo anni di canzone da alta classifica) si misura sulla trasposizione in jazz di grandi temi pop, firmati Beatles, Sting, Peter Gabriel, Modugno e Morricone.
Sono le uniche certezze dell’evento in cartellone: il resto lo farà l’improvvisazione, nel solco della tradizione jazzistica.