Mantenendo elevato il livello di monitoraggio sugli uccelli nelle Oasi WWF livornesi, in particolare l'Oasi Padule di Bolgheri e l'Oasi Palude Orti-Bottagone, le più importanti zone umide della provincia di Livorno dove è maggiore la presenza di specie di uccelli acquatici selvatici, intendiamo segnalare alle Autorità sanitarie, agli Amministratori locali ed ai cittadini che al momento non sono stati registrati casi di uccelli malati, moribondi o morti di recente rinvenuti all'interno delle Oasi suddette.
Richiamando le direttive ministeriali che invitano ad evitare ogni contatto tra animale selvatico e animale domestico, finora tutti i casi di pericolo che si sono verificati per l'uomo sono scaturiti da condizioni di estrema promiscuità tra uomo e domestico, ma mai a causa del contatto con specie selvatiche.
Il WWF ricorda che le aree naturali che ospitano le popolazioni selvatiche, nel caso dell’influenza aviaria, sono territori dove svolgere i controlli e il monitoraggio della propagazione del virus in stretto contatto con le Autorità sanitarie, attribuendo al personale delle aree protette il compito di mantenere alta l'attenzione su qualsiasi anomalia si dovesse riscontrare sulla fauna migratoria in transito.
Nel mondo le epidemie sono fenomeni naturali per il contenimento dell'espansione delle popolazioni di determinate specie.
I virus non sono mai forti al punto da estinguere completamente una specie poiché esistono barriere naturali in grado di contenere la diffusione del virus, per esempio la presenza di animali “spazzini”.
Animali come i corvidi o le volpi, che in natura si nutrono delle carcasse, sono quasi sempre immuni ai virus e la loro azione elimina il veicolo del possibile contagio (il cadavere dell'animale infetto) impedendone la diffusione.
Ogni sistema in equilibrio, quindi, possiede delle barriere naturali in grado di contrastare l'epidemia, sia essa del virus H5N1 sia di uno degli innumerevoli altri ceppi virali esistenti al mondo.
E quindi, paradossalmente, le Oasi WWF sono i luoghi più sicuri dove poter continuare, con tranquillità e senza allarmismi, ad amminare alzavole, fenicotteri, cormorani, aironi e garzette e tutte le specie migratrici primaverili.
E' comunque opportuno evitare in tutto i modi il contatto tra la fauna selvatica e domestica: per questo motivo i servizi veterinari oggi più che mai sono impegnati per monitorare e verificare le condizioni igienico-sanitarie e di conduzione di tutti gli allevamenti rurali esistenti.