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Calcio&letteratura: "Il mio nome è Nedo Ludi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2006 09:46

Fra le tante superpotenze del calcio ha scelto invece il ‘piccolo’ Empoli il sociologo Pippo Russo (firma dell’Unità, Messaggero, GQ e, in passato, del Corriere della Sera e Manifesto) per il suo romanzo d’esordio.
Si intitola “Il mio nome è Nedo Ludi” e narra un periodo particolare della nostra storia calcistica (e non): l’avvento di Sacchi&sacchiani, con tutti i pro e i contro che questo avrebbe comportato. A dire il vero la società toscana, nel periodo indicato da Russo, non navigava certo nel mare azzurro dalla Serie A.

Dopo le due stagioni nel massimo campionato (1987-1988 e 1988-1989), infatti, conosce l’amara esperienza della retrocessione, prima in B e subito dopo in C1, dove rimarrà per ben 7 anni… fino al successivo miracolo col doppio salto in A.

La trama
Estate 1989. Nel calcio italiano imperversa la guerra di religione fra Uomo e Zona. Nedo Ludi, stopper 28enne dell’Empoli reduce dalla migliore stagione della sua carriera, scopre che la sua squadra è stata affidata a un allenatore sacchiano.

È l’inizio della sua fine.
Come ogni stopper che stenti a adeguarsi alla Zona, Nedo si accorge presto di essere giudicato darwinianamente inadatto dal nuovo allenatore. Coglie anche di trovarsi dentro un mutamento che sta facendo del calcio una cosa a lui irriconoscibile, nel mezzo di un paese calato dentro la sua ultima, rampante ondata di modernizzazione. Animato da suggestioni luddite, dal mito della rivolta dell’uomo contro la macchina industriale, Nedo organizza una congiura contro la Zona.
Sullo sfondo, l’appuntamento con la Storia per un’Italia alla ricerca di una vetrina internazionale come potenza economica di prima grandezza: i mondiali di Italia 90.Una storia stralunata e malinconica.

Una galleria di personaggi grotteschi, pronti a mettere in gioco tutto tranne la dignità. Una vicenda che forse non è mai accaduta, o forse sì. Con un finale che è una trappola per il lettore. Il percorso del mutamento italiano nell’ultimo quindicennio come non ve l’avevano mai raccontato, letto attraverso l’unica chiave d’interpretazione davvero efficace: il calcio.

“[…] e poi c’è l’enorme esercito industriale di riserve alle spalle, intere leve di calciatori che nei settori giovanili e nelle categorie inferiori stanno imparando la zona, e sono più giovani di te che a febbraio compirai 29 anni, e guarda che lo so che non è il caso di rigirare il coltello nella ferita, ma tu sei un perfetto esempio di selezione darwiniana negativa, hai un’età calcistica in cui è troppo presto per smettere e troppo tardi per reimparare il mestiere, e poi perché mai dovresti reimpararlo?, perché dovresti rinnegare tutto ciò che di te stesso andava bene fino a qualche mese fa e all’improvviso non serve più?”

“Il mio nome è Nedo Ludi” di Pippo Russo per Baldini-Castoldi-Dalai, 17 Euro.

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