In anteprima per la Toscana, Michele Giuttari presenta a Fucecchio, per la rassegna “Che mondo che fa”, il libro “Il mostro” (Rizzoli) che racconta per filo e per segno i lunghi anni di indagini sul mostro di Firenze, costellati da episodi misteriosi, quasi tutti concentrati nell’ultimo decennio di indagini, quello per scoprire i cosiddetti mandanti: depistaggi, prove determinanti misteriosamente scomparse, minacce, intrusioni, tentati omicidi. Si allunga su tutto, confermata dalla cosiddetta pista umbra, l’ombra di poteri occulti e massonici, che fanno da sfondo anche al giallo scritto da Giuttari lo scorso anno, “La loggia degli innocenti” (Rizzoli).
Quali sono i collegamenti, se ci sono, tra il romanzo-fiction e il libro-verità? “Non posso fare a peno di pensare – scrive Giuttari, che dal 1995 ha indagato sul mostro prima come capo dalla squadra mobile di Firenze e poi come direttore del Gides, gruppo investigativo delitti seriali Firenze-Perugia – che finché le indagini hanno riguardato Pacciani, Vanni e Lotti tutto è filato liscio, mentre da quando i giudici hanno suggerito di indagare sui possibili mandanti, di ceto sociale molto più alto, si sono susseguiti strani episodi”.
Dunque, il mostro di Firenze non è Pacciani. Né lui né i suoi compagni di merende. Loro sono solo la macabra manovalanza di un gruppo omicida, di qualcuno di insospettabile muoveva le fila, commissionava i delitti, conservava come feticci i macabri trofei delle mutilazioni alle ragazze. Mandanti ed esecutori ancora in libertà. Ma ora, intorno ai loro nomi, il cerchio si stringe…