150 metri da distruggere e da rifare, che sono diventati 660, poi ... non si sa quanti: forse altri 1000 ancora, se è vero che – come si legge in un documento della TAV SpA che l’associazione di informazione ecologista Idra ha ricevuto dall’Osservatorio Ambientale - l'estensione dell'ammaloramento complessivo potrebbe riguardare l'arco rovescio nel tratto dalla progressiva 57+770 alla progressiva 59+400. Fatto sta che il responsabile della TAV SpA di Firenze dott. Gianni Bechelli non autorizza il sopralluogo conoscitivo che Idra aveva richiesto alcuni giorni fa di poter effettuare, con la guida dei tecnici referenti TAV, nella sezione in questione della galleria ammalorata alla presenza anche degli organi di informazione.
Così scrive infatti Bechelli il 9 febbraio al portavoce di Idra Girolamo Dell’Olio:
“Sui cantieri della Bologna-Firenze accogliamo da sempre le visite di numerose delegazioni.
Queste sono di due tipologie:
- la prima riguarda sopralluoghi a scopo professionale e informativo riservati a professionisti, aziende e tecnici, provenienti da tutto il mondo – su opere da noi individuate – venuti a studiare la nostra esperienza, ritenuta di grande interesse sotto il profilo ingegneristico e costruttivo o a rappresentanti della stampa italiana e straniera, i cittadini, gli studenti per documentare e informarsi sulle caratteristiche e lo stato di avanzamento dell’opera;
- la seconda tipologia riguarda sopralluoghi esclusivamente tecnici - su qualsivoglia opera – riservati ad enti, istituzioni, tecnici (Osservatorio Ambientale Nazionale, Italferr per l’Alta Sorveglianza, Commissione di Collaudo) preposti al controllo delle lavorazioni e talora alla verifica di problematiche e di criticità che, in un’opera di queste dimensioni e complessità sono difficilmente evitabili; tali sopralluoghi sono oltretutto derivati da normative, accordi e/o contratti specifici.
La sua richiesta, riguardando una questione esclusivamente tecnica e un’opera specifica - attualmente già ampiamente oggetto di analisi e monitoraggio degli organismi istituzionalmente preposti a tale attività – non può come evidente essere riportata a nessuna delle due tipologie di sopralluogo.
La sua associazione infatti non fa parte degli enti e società preposti al controllo e al monitoraggio delle opere e un sopralluogo in un’area di cantiere sottoposta a lavorazioni specifiche non appare motivata”.
E’ evidente che Idra, associazione indipendente di cittadini iscritta al Registro regionale del volontariato della Toscana, ha tutte le credenziali per esercitare il diritto di “documentare e informarsi sulle caratteristiche e lo stato di avanzamento dell’opera”.
E’ altrettanto evidente che il sopralluogo appare fin troppo “motivato”. L’imbarazzo della TAV deriva forse proprio dal fatto che nella galleria in questione, che interferisce anche con l’area dell’autodromo del Mugello (*), lo stato di avanzamento dell’opera somiglia piuttosto a uno “stato di arretramento”: il consorzio di grandi imprese (da Impregilo a CMC) a cui il general contractor FIAT ha affidato la costruzione dell’opera si trova costretto a demolire e a ricostruire per una lunghezza ancora indeterminata una parte del tunnel più celebrato d’Italia, e sembra non venirne a capo.
Da poco meno di un anno sono in azione mine e martellone – con gravi disagi diurni e notturni per i cittadini residenti (vedi foto allegata) - su un segmento di 660 metri (se le informazioni fornite a Idra dall’Osservatorio Ambientale Nazionale sono attendibili). Ma adesso si ipotizza addirittura il rischio che ad essere “ammalorato” sia un km supplementare di galleria.
Nella sua lettera il dott. Bechelli risponde negativamente anche all’altra richiesta di Idra, che lo scorso ottobre propose alla TAV SpA un’intervista per il video autoprodotto in cui l’associazione raccoglie testimonianze delle popolazioni e delle istituzioni coinvolte nell’attuazione del progetto TAV: “La nostra Società ritiene non vi siano i presupposti per rilasciare un’intervista per un video da voi prodotto.
Siamo come sempre disponibili per interviste ad organi di informazione ad ampia diffusione locale”. Ancora una volta la motivazione appare poco chiara: forse non è accettabile che Idra faccia informazione a scala non solo locale?
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(*) Il 14 maggio 1999 gli operatori dell'ARPAT si recarono presso l'Autodromo del Mugello per verificare la segnalazione relativa alla presenza di cedimenti in un parcheggio. La presenza delle fessure era stata rilevata dal 5 maggio ’99 nel parcheggio posto in prossimità del cantiere TAV.
Le fessure si erano formate parallele alla longitudinale della galleria, alla progressiva 58+598. La copertura della galleria, all'altezza del parcheggio, è di circa 36 m.