Il 24 ottobre 1953 nasceva a Firenze l'Istituto Storico della Resistenza in Toscana. Più di cinquant'anni di attività e di lavoro profondamente intrecciati con la storia del nostro paese sono ripercorsi oggi in una pubblicazione, riccamente illustrata e documentata, edita da Polistampa: Istituto Storico della Resistenza in Toscana: mezzo secolo di vita e di attività (pp. 80, euro 10). Dalle pagine riaffiorano momenti difficili e risultati importanti conseguiti a prezzo di duro impegno poiché la costruzione della memoria della lotta di liberazione non ha percorso strade facili, nonostante la sconfitta del nazifascismo.
Queste le riflessioni dello storico Ivano Tognarini, presidente dell'Istituto: "È stata una vera e propria battaglia ingaggiata e combattuta duramente fin dagli anni immediatamente successivi alla liberazione.
Altro che storia dei vincitori, scritta dai vincitori! Insabbiamenti dei procedimenti giudiziari e delle documentazioni relative ai crimini nazifascisti, complicità nelle fughe e nel salvataggio di tanti criminali colpevoli di orrendi crimini consumati nei campi di sterminio o nelle stragi di bambini di donne di anziani ed al tempo stesso processi alla Resistenza ed a tanti protagonisti della guerra partigiana: sono stati alcuni dei chiaroscuri della storia repubblicana a partire dagli anni '40 e '50.
Il tutto - continua Tognarini che, tra l'altro, dirige dal '73 la rivista «Ricerche storiche» - accompagnato da innumerevoli difficoltà ed ostacoli frapposti alla consultazione di documenti, anche quelli conservati in archivi appartenenti allo Stato. Una battaglia nel corso della quale si sono anche registrati ritardi, vuoti e zone d'ombra su pagine dolorose e drammatiche (ad esempio le foibe o gli omicidi compiuti dopo il 25 aprile), ma che sostanzialmente ha visto, soprattutto da parte degli istituti storici della resistenza uno sforzo di recupero di documenti e di testimonianze e la garanzia della accessibilità per tutti gli studiosi".
Le aspettative da parte della società e delle istituzioni nei confronti dell'Istituto sono espresse, nel libro, dai testi di Claudio Martini, Matteo Renzi, Leonardo Domenici, Mariella Zoppi e, mentre il direttore dell'Istituto Paolo Bagnoli sottolinea prospettive, compiti e caratteristiche dell'antifascismo del XXI secolo, la ricchezza del patrimonio bibliografico (più di 50.000 volumi tutti di carattere specializzato) e di quello archivistico e documentario (le carte del CTLN, di Salvemini, di Calamandrei, di Orazio Barbieri) è testimoniata dalla soprintendente archivistica toscana Paola Benigni.
Questa base così ricca e solida costituisce la molla più potente per proseguire nel lavoro e per sviluppare quelle nuove iniziative le cui radici si possono ritrovare nei momenti più significativi della storia dell'Istituto, descritti nei testi di Oscar Luigi Scalfaro, Ivano Tognarini e Mario Giuseppe Rossi.
La presentazione pubblica del volume, avvenuta nella sede della Regione Toscana il 25 gennaio ultimo scorso, è stata accompagnata da un atto di enorme importanza, la firma di un protocollo con la Regione Toscana in cui si riconosce all'Istituto il ruolo di principale soggetto che rappresenta sul piano storico, culturale e civile l'unità della Resistenza toscana.