(Firenze, 1 febbraio) Mario Romoli è un artista fino ad oggi poco conosciuto. Anche gli addetti ai lavori ricordano dell’artista soprattutto le opere che caratterizzano il volto della città, come l’affresco di piazza della Calza del 1958. Adesso la Galleria d’arte Moderna di Palazzo Pitti, nell’ambito di un progetto vòlto a documentare l’arte toscana del Novecento, organizza una mostra , che si inaugura sabato 5 febbraio alle ore 17, 30, e che si propone di ricostruire nella sua globalità la sfaccettata ed esuberante personalità di Mario Romoli.
Le opere ospitate nelle sale del Fiorino della Galleria d’arte moderna, consentono di definire e di contestualizzare il percorso di ricerca dell’artista a partire dagli esordi nella Firenze del ventennio , tra le sperimentazioni in chiave arcaizzante e il recupero di tecniche antiche come l’affresco. Un cammino che Romoli sviluppò senza rinunciare alla figurazione, almeno fino agli anni Sessanta , quando l’incontro con la cultura francese, darà alla sua pittura una sorta di inquietudine espressionista.
La mostra , curata da Chiara Toti , è corredata di un buon catalogo, edito da Sillabe di Livorno.
AL
