Ne parlerà David Cassuto, Presidente della Comunità degli Ebrei Italiani in Israele e Preside della Facoltà di Architettura di Gerusalemme, ospite della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Firenze, in occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria. La conferenza si terrà domani, giovedì 26 gennaio alle ore 16, presso l’Aula Magna di Palazzo Fenzi (via San Gallo 10, Firenze).
L’iniziativa, che è promossa sotto il patrocinio della Regione Toscana in collaborazione con il Dipartimento di Linguistica, è coordinata da Ida Zatelli ordinario di Lingua e letteratura ebraica: si aprirà con gli interventi del prorettore dell’ateneo fiorentino Calogero Surrenti, della preside della facoltà di Lettere Franca Pecchioli, di Leonardo M.
Savoia direttore del Dipartimento di Linguistica, di Federico Romero direttore del Dipartimento di Studi Storici e Geografici, di Franek Sznura, presidente del corso di laurea in Storia e di Ugo Caffaz, direttore generale delle politiche formative, beni e attività culturali della Regione Toscana.
David Cassuto, professore di Storia dell'Architettura, è nipote di Umberto Cassuto, che fu biblista ed ebraista di fama internazionale, professore di lingua e letteratura ebraica all’ateneo fiorentino prima della seconda guerra mondiale, in un periodo di grande splendore per gli studi orientalistici nell'Università di Firenze.
Il padre, medico oculista, era Nathan Cassuto: rabbino capo di Firenze fu catturato nel 1943 dai nazifascisti e morì ad Auschwitz. Anche la madre fu catturata e deportata ad Auschwitz. David bambino fu nascosto e salvato dalla famiglia Colzi di Firenze e, dopo la liberazione, condotto dai parenti in Israele. E' stato per vari anni vicesindaco di Gerusalemme, ricoprendo poi numerosi incarichi politici.
In occasione della Giornata della Memoria, venerdì 27 gennaio, l’Ateneo ricorderà gli universitari fiorentini allontanati da aule e cattedre per le leggi razziali.
Alle 9.15 il rettore Augusto Marinelli, alla presenza dei membri del Consiglio di Amministrazione, deporrà una corona d’alloro sulla lapide ad essi dedicata nell’atrio dell’edificio del Rettorato in piazza San Marco, 4.