«Il protocollo d'intesa tra Comune e Provincia di Firenze e Regione Toscana per l'edificazione di edifici pubblici nell'area di Castello è un atto che sancisce un grande affare per la Fondiaria-Sai di Salvatore Ligresti ma non per la città di Firenze. Con la costruzione degli uffici di Regione e Provincia, Castello rappresenta una delle più grandi operazioni immobiliari in Italia». E' quanto affermano i consiglieri dei gruppi consiliari Unaltracittà/Unaltromondo e Rifondazione Comunista, commentando l'accordo per l'area di Castello.
«I soggetti pubblici che hanno autorizzato la variante di Castello, contro il parere di grande parte della città - hanno aggiunto Ornella De Zordo e Anna Nocentini - non sono committenti qualsiasi, in quanto l'intervento pubblico per decine e decine di milioni risulta decisivo affinché l'operazione di speculazione sull'ultima area verde di Firenze sia promossa sul mercato immobiliare. Difficilmente sul 'libero mercato' ci sarebbe stato qualcuno disponibile a costruire qualcosa a fianco della pista dell'aeroporto di Peretola, tra l'autostrada e la ferrovia.
Per questa immensa lottizzazione, pari a 1 milione e quattrocento mila metri cubi di cemento - hanno sottolineato - non esiste in città richiesta di soggetti privati e ciò era risaputo. Senza i soldi pubblici l'operazione Ligresti sarebbe rimasta al palo. Questo è il nuovo aspetto inquietante di una scelta che non abbiamo mai condiviso. L' operazione ha completamente ribaltato il meccanismo di maturazione delle scelte urbanistiche, ovvero adottare lo strumento urbanistico adeguato solo dopo aver appurato un bisogno diffuso.
In questo caso si è fatta prima la scelta (la macrolottizzazione) e poi ci si è adoperati a trovare la domanda in maniera da legittimarla a posteriori. Spiace che ad avallare una scelta del genere siano state amministrazioni di centrosinistra». «"Si tratta di una cementificazione pesantissima - hanno spiegato De Zordo e Nocentini - che non risponde a nessuno dei bisogni e delle esigenze reali della città, come dimostra l'irrisoria previsione di alloggi di edilizia popolare (solo 158 su oltre 1000 previsti per l'edilizia privata).
L'intervento, che viene a collocarsi in una area dall'equilibrio infrastrutturale, sociale e ambientale fortemente compromessa, saturerà l'unico corridoio ambientale che unisce le colline del Monte Morello con l'Arno con ovvie ricadute sul clima e il ricambio d'aria all'interno della piana fiorentina. Il quadro economico annunciato è inoltre estremamente preoccupante: la Regione dovrà vendere i palazzi di Novoli che diventeranno magari grandi alberghi o residence e spendere altre risorse, mentre la Provincia dichiara di attivare un project financing dalle dimensioni economiche impressionanti.Crediamo che non ci sia niente di illegittimo nell'operazione Castello - hanno concluso De Zordo e Nocentini - crediamo però allo stesso tempo che si debba agire con la massima prudenza quando le amministrazioni pubbliche hanno a che fare con personaggi come Salvatore Ligresti.
Dopo l'adozione della variante che destina alla cementificazione l'ultima area verde di Firenze, dopo il protocollo di intesa che riconosce al pubblico pochissimi ritorni, ecco un'altra scelta che non condividiamo saranno le forze vive della città a riaffermare l'opposizione al dominio della rendita».(mr)