Da qualche anno la D'Abbraccio con Francesco Tavassi svolgono una ricerca espressiva di confronto su testi teatrali che hanno avuto una risonanza anche cinematografica. "La gatta sul tetto che scotta" è la naturale prosecuzione, dopo Nella città l'inferno e Anna dei miracoli, del percorso artistico dei due artisti. Tennesse Williams, uno dei grandi drammaturghi del novecento, è stato acclamato per quelle opere che parlavano soprattutto del meridione e del regionalismo sudista degli Stati Uniti, ma anche per aver portato questo regionalismo a livelli più grandi, abbracciando temi sorprendentemente universali.
Al mondo intero si è imposto come l'autore più rappresentato non soltanto nei teatri sparsi in ogni continente, ma soprattutto al cinema. Di quasi tutte le opere scritte da Tennesse Williams tra il 1945 e il 1962, è stato realizzato un lungometraggio. "La gatta sul tetto che scotta", scritta da Williams nel 1955, viene realizzato da Richard Brooks nel 1958 il film, forse il più conosciuto dalle platee di tutto il mondo, conquista 6 nominations. Paul Newman ed Elizabeth Taylor interpretano magnificamente i ruoli di due coniugi in crisi.
I personaggi che Williams ci presenta, come le storie che ci narra, nascono sempre dalla fusione di un realismo violento, spesso brutale e provocatorio, con struggimenti patetici, quasi romantici e non di rado morbosi. Le donne del suo teatro, rappresentano una sensualità esasperata da una compressione puritana, che lanciando i suoi bagliori più sanguigni si ricollega al fondamentale bisogno di comunicare, di "essere" per gli altri. La solitudine dell'uomo moderno si specchia nell'opera del commediografo americano e riceve di se stessa un'immagine dilatata sino all'artificio e all'esibizione, scorgendo la presenza della morte.
Il cast dello spettacolo è costituito da Mariangela D'Abbraccio nel ruolo de "la gatta" Maggie, Paolo Giovannucci nel ruolo di Brick, Luigi Diberti nel ruolo del padre e Isa Barzizza nel ruolo della madre.