Firenze, 16 Gennaio 2006- «Percorso istituzionale privilegiato per risolvere i problemi dell'aeroporto e garantirne lo sviluppo». La richiesta arriva dai consiglieri di Forza Italia «per superare la politica di boicottaggio, praticata con determinazione e disinvoltura dall'assessore regionale Ricardo Conti, nei confronti del "Vespucci"». «Noi non facciamo speculazioni politiche sulle questioni che riguardano lo sviluppo di Firenze - hanno aggiunto - su questo fronte ci deve essere la disponibilità di accordi bipartisan e per questo chiedevamo un ampio dibattito in consiglio comunale» «Ma il problema - ha sottolineato il capogruppo Paolo Amato - è purtroppo proprio questo: il Comune non ha alcuna intenzione di favorire lo sviluppo del proprio aeroporto.
Anzi, non ne vuole nemmeno parlare. Nella riunione dei capigruppo di giovedì scorso, la Casa delle Libertà ha dovuto faticare per inserire nell'ordine del giorno del consiglio comunale di oggi il tema dell'aeroporto. Di fronte alle insistenti richieste del centrodestra, la maggioranza di centrosinistra ha allora deciso di far fare all'assessore Albini una comunicazione ma senza aprire un dibattito in aula. In modo da tacitare l'opposizione e da rinviare all'infinito valutazioni e scelte». «Per riparare l'unica pista a disposizione - hanno ricordato Amato ed i consiglieri Jacopo Bianchi e Marco Stella - lo scalo dovrà rimanere chiuso tre mesi, con grave danno per l'economia fiorentina e con il rischio di vedere il Vespucci perdere ulteriori quote di mercato a vantaggio soprattutto del concorrente aeroporto di Bologna.
Certo, se vi fosse la volontà politica, nei tre mesi di chiusura, si potrebbe realizzare un'altra pista o comunque potenziare, e non solo riparare, quella attuale. Oltre ad attrezzare l'aeroporto di altre strutture di servizio. Perché, dunque, non sfruttare i tre mesi di fermo per fare altre cose? Perché non offrire alla città qualcosa di più della semplice riparazione di una pista? Cerchiamo di trasformare un momento di crisi come la chiusura dello scalo in un'occasione di rilancio effettivo.
E' solo questione di volontà politica, da parte nostra c'è la disponibilità a collaborare. Al sindaco Domenici chiediamo di fare quello che fanno gli altri suoi colleghi: potenziare l'aeroporto della propria città». «E' avvilente - hanno commentato Amato, Bianchi e Stella - che la nostra assemblea non senta il dovere di affrontare con un approfondito dibattito pubblico i problemi della crisi e del blocco dell'aeroporto cittadino. Uno scalo, lo ribadiamo, che non è in grado di soddisfare la domanda degli operatori economici».
«La pista dell'aeroporto Vespucci va ricostruita prima possibile, non si può tergiversare un minuto di più perché non è possibile speculare sulla sicurezza dei passeggeri che atterrano e decollano dall'aeroporto di Firenze. Allo stesso tempo la ADF, società che gestisce lo scalo, offra garanzie reali e concrete di continuità a tutti i lavoratori precari a cui non verrà rinnovato il contratto, a quanto si evince dalle dichiarazioni di ADF stessa». Lo ha detto Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo.
«La drammatizzazione che sta avvenendo in questi giorni da parte della destra e dei poteri forti della città punta in realtà ad altro - ha aggiunto Ornella De Zordo - l'obiettivo è quello di rimettere in discussione l'intera area dell'aeroporto per puntare ad un ampliamento o addirittura alla costruzione di una seconda pista. Ciò è inaccettabile e ci opporremo a questo disegno figlio di un campanilismo esasperato che rifiuta una sana e robusta integrazione tra i sistemi aeroportuali di Firenze e Pisa.
Nessun intervento di potenziamento o di ampliamento strutturale dell'aeroporto può essere praticata: la dimensione dell'aeroporto di Firenze, nell'interesse degli abitanti della Piana e per la sua localizzazione e le sue caratteristiche, non può che rimanere quella attuale, subordinatamente al rispetto di precisi parametri ambientali e delle fasce orarie di utilizzo». «E' opportuno piuttosto migliorare ulteriormente l'interconnessione ferroviaria con l'aeroporto di Pisa - ha concluso la capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo - che può essere raggiunto dal centro di Firenze direttamente con navette cadenzate in un tempo inferiore a quello di collegamento dei principali aeroporti europei con le relative città».
«Chi ha venduto il 29% delle azioni di ADF, la società che gestisce l'aeroporto "Vespucci", ad una cordata di privati e si è "dimenticato" di dotarsi di patti parasociali che garantissero lo sviluppo dell'aeroporto, così come previsto nel masterplan che ha ottenuto la VIA, perché evidentemente era troppo preso dalla volontà e dalla necessità di far cassa, non è credibile quando scarica solo sui privati le responsabilità della chiusura di tre mesi "per ferie " dello scalo fiorentino».
Lo ha detto la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci. «Nell'ottobre del 2004 - ha ricordato - il nostro gruppo presentò un ordine del giorno votato dall'intero consiglio con il quale si impegnava il sindaco a "fare chiarezza sulla volontà dei soci di ADF in merito allo sviluppo dello scalo, dettagliando gli interventi previsti e relativa tempistica così come indicato nel masterplan che ha ottenuto la Vuia, la "valutazione di impatto ambientale", unico masterplan, nonostante le tante chiacchiere che si sono avvicendate, depositato al Ministero dell'Ambiente.
Nel giugno 2005, quindi un anno dopo, considerato che ADF non aveva ancora iniziato alcuna attività, chiedemmo di sapere se il sindaco non reputasse opportuno chiedere spiegazioni sull'inadempienza da parte della società aeroportuale ed ipotizzammo un probabile danno erariale anche, tenendo conto delle spese sostenute da parte delle amministrazioni pubbliche, a fronte di un parere, la "VIA", che continuava e continua a restare lettera morta. La risposta, a firma dell'assessore Albini, il 26 luglio, fu che "l'amministrazione comunale aveva provveduto a richiedere al presidente di Adf Legnaioli cose che il Comune continua ad attendere"».
«Ecco perché la difesa d'ufficio non regge - ha sottolineato Gaia Checcucci - così come risulta ridicolo e francamente poco istituzionale, l'addossare la responsabilità al Ministro dell'Ambiente grazie al quale, la VIA, da quando è stata inoltrata dalla Regione al Ministero dell'Ambiente, ovvero il 16 aprile 2003, è stata rilasciata in soli tre mesi - il 31 luglio 2003 - a fronte dei tre anni durante i quali è stata trattenuta presso gli uffici della Regione dal settembre 2000. Queste sono le date e questa è la verità.
Se, poi, i soci privati di ADF hanno ritenuto un minuto dopo l'ottenimento della VIA che il masterplan fosse superato e che occorreva un nuovo piano di sviluppo, sarebbe auspicabile sapere per quale motivo non hanno mi formalizzato proposte alternative presso gli uffici competenti e si sono adagiati nell'immobilismo. E se è indubbio che i privati abbiano delle responsabilità in tal senso, è però altrettanto ineccepibile che i soci pubblici , a cominciare dal Comune quando aveva il 29%, non hanno ritenuto utile chiedere garanzie e mettere paletti nei patti di vendita, ovvero i "patti parasociali", per mettersi nelle condizioni di non fare un mero "atto di fede" nei confronti dei privati, ma mantenere, al contrario, saldamente nelle mani la garanzia dello sviluppo dello scalo.
Adesso vi sarebbero le condizioni per una "risoluzione per inadempimento". Invece, come evidente anche dalle dichiarazioni del Sindaco, c'è spazio solo per le recriminazioni e lo scaricabarile.
Noi attendiamo ancora da luglio quelle risposte che abbiamo capito non arriveranno mai. Anche perché mai sono arrivate».
«L'irresponsabile immobilismo dei nostri amministratori è e sarà la rovina del nostro territorio. Col risultato che molti altri lavoratori si ritroveranno nella triste situazione di quelli della Matec, perché un'area metropolitana priva di infrastrutture va soltanto incontro al degrado e alla depressione economica.
E' troppo facile adesso per il aindaco Domenici scaricare le colpe del disastro di Peretola sui privati. Si ricorda che è al timone di questa città da quasi sette anni e che è stato il Comune a vendere le azioni ad AdF? O dobbiamo pensare che anche stavolta sia stato fatto un contratto capestro, senza porre serie garanzie sullo sviluppo del nostro aeroporto?». Lo ha detto il capogruppo UDC Mario Razzanelli- La giunta comunale - ha aggiunto l'esponente del centrodestra - è, fino a prova contraria, corresponsabile del "dramma" dell'aeroporto, la cui chiusura per tre mesi causerà danni incalcolabili in termini di posti di lavoro, di turismo e di scambi economici.
In tutto questo, anche la Regione Toscana, e in primis il suo assessore Conti, incapace di progettare e realizzare un futuro serio per gli scali toscani, ha le sue colpe. Firenze deve dotarsi al più presto di un aeroporto con una pista più lunga e una bretella di rullaggio tale che possa essere usata come pista principale in caso di necessità. E che si potrebbe pensare concretamente anche ad una pista parallela all'autostrada». «Inoltre, l'assessore regionale Conti, con le autorità competenti - ha chiesto Razzanelli - deve dare il via al più presto ad una linea veloce che in trenta minuti colleghi Firenze con Pisa.
Solo così infatti potremo a medio termine contrastare la concorrenza di Bologna. Se poi Conti intende privilegiare l'Emilia-Romagna, sia chiaro e lo ammetta». «Infine - ha concluso il capogruppo dell'UDC - perché non valutare, come ricordato dall'ex responsabile dell'assistenza al volo di AdF Luigi Alterisio, l'ipotesi di lavorare di notte, come accadde una decina di anni fa, quando furono fatti il ricaricamento e la riqualificazione dell'intera pista di volo lavorando nell'arco orario di chiusura dell'aeroporto, e cioè dalle 24 fino alle 6 del mattino.
Altrimenti, perché non 'spezzare' i lavori per non chiudere l'aeroporto per un tempo così lungo? Probabilmente, tutto questo comporterebbe maggiori costi per la società di gestione, ma la nostra economia ci guadagnerebbe».
«Peretola chiude, viva Peretola. A Siena il centrosinistra pensa già come approfittare dell’occasione per potenziare Ampugnano, con la Margherita che avanza proposte per spostare sullo scalo senese i voli dirottati dal Vespucci. Se poi a questo scenario si aggiunge l’ipotesi di declassamento dell’aeroporto di Grosseto, ancora a vantaggio di Ampugnano, e la mancata istituzione di navette fra Firenze e il Galilei di Pisa allora ecco comporsi nel puzzle un preoccupante futuro di isolamento per il capoluogo toscano a tutto pro della città del Monte».
Il Monte è quello dei Paschi di Siena, mentre a denunciare le velleità vampiresche del centrosinistra senese è il Consigliere regionale di Alleanza Nazionale Achille Totaro che, sfogliando le cronache dei giorni scorsi, si è trovato per le mani un articolo dell’11 gennaio tratto dalla cronaca locale di Siena dal titolo inequivocabile “Alfredo Monaci e Alessandro Piccini (La Margherita): «Aeroporto, un’occasione unica. Va sfruttata la chiusura di Peretola»”.
«Non sottovaluto – continua Totaro – la capacità di indirizzo politico che Monte dei Paschi di Siena esercita sulla Regione Toscana come sugli altri enti locali.
Mi basta ricordare che il presidente Martini ha avviato dalla sede di Mps la sua campagna elettorale per le regionali dell’aprile scorso e che con Mps la Regione Toscana condivide il proprio ufficio di rappresentanza a Mosca. Ecco quindi che a fare due più due il totale è di quelli inquietanti, e lascia intravedere in contorni di un disegno politico sul riassetto infrastrutturale che parrebbe voler favorire il potenziamento generale dei collegamenti da e verso Siena, la cui economia ne trarrebbe benefici evidenti.
O forse sono solo coincidenze?»