di Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana
Nella prima seduta di Consiglio del 2006, abbiamo affrontato il tema della crisi dell’occupazione in Toscana. In aula erano presenti anche alcuni lavoratori della Matec, in rappresentanza dei 270 colleghi già in cassa integrazione. Ma non è soltanto l’azienda di Scandicci ad essere in crisi. C’è anche l’Electrolux (670 dipendenti), l’indotto Piaggio (50 imprese e circa 3000 occupati), Europa metalli (180 dipendenti) e altre ancora.
Per fortuna, accanto a queste, ci sono anche i Nuovi Cantieri Apuania, la ex Cof di Capannori – ora si chiama Cooperativa Ilaria – dove invece si è riusciti ad intervenire in tempo. E poi c’è il dato positivo della forte espansione dell’imprenditoria femminile nell’artigianato: con il 20,7% sul totale, siamo al quarto posto in Italia per imprese “rosa”. Tuttavia è fuori discussione che oggi la priorità resta quella della crisi economica e occupazionale. Proprio per questo abbiamo deciso di istituire tre fondi di finanziamento finalizzati alla ricollocazione dei lavoratori licenziati e in mobilità a causa di chiusura delle imprese, crisi aziendali o ristrutturazioni, al sostegno all'occupazione femminile, alla ricerca e all'innovazione.
In Toscana è in atto un forte processo di terziarizzazione dell'occupazione, un processo di diffusione del lavoro a termine, una forte contrazione dell'industria manifatturiera. Servono nuove politiche industriali a livello nazionale e una revisione delle leggi sul lavoro che riduca la tendenza alla precarizzazione. Da tempo sosteniamo che in Toscana non ci può essere sviluppo senza una crescita del manifatturiero. La vicenda della Matec, da questo punto di vista, è emblematica. È sintomo di un degradarsi di consolidate relazioni sindacali e rapporti istituzionali, testimonia la crisi produttiva del settore e, soprattutto, è il prodotto di una globalizzazione senza regole.
È necessaria la collaborazione di istituzioni e parti sociali per riaprire il tavolo delle trattative e tutelare i lavoratori a rischio licenziamento. Il nostro obiettivo è comunque quello di mantenere aperto e attivo il sito produttivo della Matec. In tutti i settori, e nel manifatturiero in particolare, servono ipotesi nuove: dovremo impegnarci al massimo per far maturare sul territorio nuove realtà imprenditoriali, che possano costituire una alternativa all’attuale, nel quadro di un programma di innovazione.
Questa proposta deve necessariamente venire dal mondo delle imprese. Istituzioni e Università devono creare le condizioni migliori perché questo nuovo tessuto imprenditoriale possa crescere e svilupparsi.