FIRENZE In Toscana sono ancora 400 mila i cittadini e 30 mila le imprese che ancora oggi non possono usufruire delle tecnologie di comunicazione a banda larga e che quindi non accedono a informazioni e servizi fondamentali, ma il governo regionale punta a dimezzare questo cifre entro il 2007. Lo farà con un progetto organico di intervento le cui linee sono state approvate nell'ultima riunione di giunta, su proposta del vicepresidente Federico Gelli, che nel governo regionale ha anche la delega ai sistemi informativi e all'amministrazione elettronica.
"In realtà puntiamo al completo abbattimento del divario entro il 2010 - spiega Gelli - ma le linee che ora abbiamo approvato in giunta rappresentano un passaggio fondamentale per raggiungere un obiettivo che reputiamo di assoluto rilievo, perché assicurare la banda larga ai cittadini, alle famiglie, alle imprese significa assicurare lo sviluppo e la competitività dei territori, nonché l'accrescimento dei diritti di cittadinanza di tutti". La banda larga, ricordiamo, permette il trasferimento di dati a una velocità assolutamente più alta rispetto al tradizionale cavo telefonico: solo per fare un esempio con la connessione veloce un filmato di un minuto si scarica in dieci secondi, contro i 9 minuti che occorre attendere con un vecchio modem (senza dimenticare che le immagini della nuova tecnologia sono ad alta definizione, più nitide e molto vicine allo standard televisivo).
Attualmente però sono ancora 110 i comuni toscani non serviti da banda larga, ai quali vanno aggiunte diverse aree marginali di comuni parzialmente serviti. "Un divario che non possiamo più accettare - aggiunge Gelli - Internet ha senz'altro creato nuove possibilità di espressione e nuove opportunità economiche, ma al tempo stesso ha prodotto nuove forme di esclusione e addirittura di limitazione dei diritti, ed è per questo che le istituzioni pubbliche devono intervenire per rimuovere tutti gli ostacoli all'effettiva parità dei diritti e delle opportunità.
E questo intervenendo anche sulle infrastrutture tecnologiche e, se necessario, sulle condizioni di mercato che potranno consentire il loro sviluppo". Le linee del governo regionale sono state infatti precedute da un'indagine su 8 operatori delle telecomunicazioni operanti in Toscana per acquisire informazioni sulle difficoltà di piani di investimento in aree marginali in cui, in assenza di azione pubblica, è difficile prevedere che i contratti di servizio siano in grado di pareggiare le spese di investimento o addirittura solo le spese di gestione.
"Per questo, nel rispetto delle normative comunitarie di settore, prevediamo interventi pubblici mirati anche di natura finanziaria - conclude Gelli - Un sostegno che sarà condotto sull'esempio di quanto è stato già fatto in altre realtà europee, come nei Pirenei e in Scozia". Si stima che con un intervento finanziario di circa 8 milioni e mezzo di euro sia possibile aiutare il mercato a infrastrutturare aree che perrmetteranno di raggiungere più di 200 mila cittadini, cioè circa il 6 per cento della popolazione toscana.
(pc)