Attorno al “lago delle carpe” del suo pacifico residence che dalla via di Giogoli a Scandicci si affaccia sul panorama di Firenze, Albion ha riunito le sue modelle che indossavano avveniristici abiti e copricapo foggiati a forma di globo terrestre, per quello che è per lui, a ogni fine d’anno e avvio d’anno nuovo, un rituale momento tra la festa e la meditazione.
Mentre una serie di fuochi venivano accesi con le fiamme che andavano a stabilire un rapporto con lo spazio, i suoi universi e i miliardi di esseri che sicuramente lo popolano, il creatore di moda e filosofo ha letto un testo destinato a raggiungere, attraverso internet e i media, i popoli dell’intero pianeta.
In sintesi, il lungo messaggio ha l’aspetto, nello stesso momento, di un monito severo e di un vaticinio sereno.
Vengono ripresi e aggiornati i segnali di allarme per la salute della Terra e dei Terrestri ripetuti e purtroppo inascoltati per mezzo secolo spesso attraverso clamorose manifestazioni come la sfilata delle sexy corazze ecologiche nella Quinta Strada di New York.
“Se non cambieremo rotta –dice Albion- e continueremo ad avvelenare il mondo che ci ospita e del quale dovremmo invece aver cura, ci troveremo a breve distanza in una via senza uscita, con l’atmosfera ammorbata e irrespirabile, le strade paralizzate da automobili e divenute massa immobile come nell’equazione einsteniana, i cibi sempre più avvelenati e i rapporti tra i popoli e le persone resi nevrotici ed esplosivi con l’incombere di un terrorismo che potrebbe in breve far uso di tremende armi comprese quelle nucleari”.
Albion prospetta e auspica una soluzione e la indica con una linea di moda dal significativo titolo: “Né più poveri né infelici” e con le proposte logiche contenute nell’ultima versione delle sue “Trenta Regole”, che rappresentano le direttrici per un ritorno alla ragione e il raggiungimento di una esistenza più umana e pacifica.
Allo scoccare della mezzanotte, sfidando le rigidità invernali, le modelle hanno inscenato una coreografia ideata dallo stesso Albion, e lo spettacolare avvio del 2006 si è protratto fino alle prime luci dell’alba, con le fiamme moltiplicate dalla riflettente superficie del lago.