L'evento, organizzato dalla Camera fiorentina in collaborazione con le associazioni dei consumatori Federconsumatori, Adiconsum e Adoc, prevede l'intervento, oltre che dei rappresentanti dei soggetti promotori, anche del Prof. Francesco D'Angelo dell'Università degli Studi di Firenze, esperto tecnico-giuridico di una materia, quella del risparmio e della sua tutela, che, per i noti casi "Cirio" e "Parmalat", è ormai da tempo al centro dell'attenzione di media e istituzioni.
Consiglio comunale sulla situazione delle banche fiorentine.
Lo chiede il consigliere di Forza Italia Massimo Pieri. «Una richiesta diventata urgente dopo i recenti sviluppi nell'inchiesta sulla Banca Popolare di Lodi, ora Banca Popolare Italiana, e del suo ex amministratore delegato Gianpiero Fiorani - ha spiegato l'esponente del centrodestra - non dimentichiamo che la banca lombarda ha acquistato la Banca Mercantile, uno degli storici istituti di credito della nostra città». «Ma tale questione non è l'unica - ha aggiunto Pieri - basti pensare alla vicenda della scadenza del patto di sindacato sulla Banca Cassa di Risparmio di Firenze tra Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Imi-San Paolo di Torino.
Quest'ultimo chiede di aumentare il proprio pacchetto azionario della banca, fino a sfiorare quel 29 per cento che fa temere Opa e scalate. L'Ente ha rilanciato chiedendo di eliminare dal patto le maggioranze qualificate. San Paolo, aggrappata ad una opzione che gli garantirebbe la possibilità di acquistare dall' Ente un altro 10 per cento di azioni, vuol crescere in Banca Cassa di Risparmio di Firenze in vista di accordi di aggregazione che altrimenti ne ridurrebbero il ruolo». «C'è un evidente volontà di egemonia, da parte di San Paolo che possiede oltre il 18 per cento della banca fiorentina - ha rilevato i consigliere di Forza Italia - giustamente l'Ente contesta la validità legale dell' opzione, ritiene inadempiente San Paolo per non aver rispettato l'impegno a far crescere Carifi fuori regione, soprattutto non ha alcuna intenzione di mettere a repentaglio l'autonomia della banca rinunciando ad un pacchetto azionario consistente.
Piuttosto è necessario prevedere di eliminare le maggioranze qualificate, messe fuori legge dal testo unico sulla finanza e sul credito, che impediscono all' Ente di contare di più nel pilotare lo sviluppo della banca» «Questi scenari destano preoccupazione - ha concluso Pieri - gli istituiti di credito sono un elemento fondamentale per l'economia dell'area metropolitana. Ecco la necessità di far riflettere il consiglio comunale su questioni così delicate per il futuro della nostra città».