Da BZF, via Panicale 61/r, domani, mercoledì 16 novembre alle ore 18.00, si tiene un incontro organizzato da ISF, Information Safety and Freedom, e dalla rivista Testimonianze. Partecipano esponenti dell’opposizione democratica iraniana.
Il giornalista e scrittore iraniano Akbar Ganji è in carcere da cinque anni per aver denunciato una serie di omicidi di Stato che hanno eliminato decine di intellettuali oppositori del Regime.
Ganji è gravemente malato di asma e indebolito da uno sciopero della fame che questa estate gli ha fatto perdere più di venti chili.
Ex militante della Rivoluzione Khomeinista, Ganji si è poi convertito all’islam liberale del teologo Abdul Karim Soroush e ha sviluppato una dottrina democratica ispirata anche da filosofi e politologi occidentali. Durante il governo di Khatami ( suo vecchio amico ) lo scrittore ha capeggiato il movimento dei riformisti e anche le manifestazioni universitarie che hanno spinto per la apertura del regime iraniano. Poi sono cominciate le violente repressioni, le censure ( duecento testate chiuse ) e gli omicidi.
Ganji ha utilizzato la sua prosa colta ed efficace per denunciare i crimini seguito da una crescente popolarità.
Nel 2000 è stato arrestato e chiuso in una cella senza finestre del famigerato carcere di Evin , in totale isolamento.
Per la sua liberazione si sono mobilitati Kofhi Annan, l’Unione Europea, George Bush, Human Rights Watch, Amnesty International , Reporters Sans Frontieres, quattordici premi Nobel , fra cui il vescovo Desmon Tutu , centinaia di intellettuali di tutto il mondo e, recentemente, il Consiglio regionale della Toscana.
Il giorno 15 novembre ad Akbar Ganji è stato attribuito il Premio Internazionale per la Libertà di Informazione ISF Città di Siena.
Con queste iniziative si vuole diffondere anche in Italia il movimento per la sua liberazione e a sostegno dei democratici iraniani.