Il film “Il coraggio d’amare”doveva far parte di una triologia sul Genere Umano, insieme anche a Les parisiens. E' il trionfo degli autoritari, di coloro che non sarebbero mai dovuti arrivare. Il film alterna momenti belli e altri meno piacevoli. Il tutto mescolato attraverso le vicende di un cantante di strada… una cameriera in un bar…una domestica tuttofare…e un ambulante carismatico. «La vita è un po' come la meteorologia, un'alternanza di momenti belli e di momenti meno piacevoli ed è proprio quest'alternanza che costituisce il tema principale dei miei film».
Sottolinea Claude Lelouch che ha presentato a Firenze il suo ultimo film in occasione della manifestazione France Cinéma.. Simpatico, disponibile, e sinceramente interessato ai casi umani, Lelouch prende da sempre appunti su uomini e donne per poi trasporli puntualmente nei suoi lavori. Anche se a volte certe osservazione sembrano scontate... «Ma è la vita stessa che è così. In amore, per esempio, si è continuamente in equilibrio instabile - dice sorridendo l'autore di Un uomo, una donna (1966) - infatti c'è sempre uno che dà di più, solo Adamo ed Eva sono stati fortunati, perché erano solo in due nel Paradiso Terrestre...
Le cose poi non vanno mai come previsto. Viviamo in un'epoca che ha ucciso l'amore, si è fedeli finché non si trova qualcosa di meglio e ognuno può diventare il Giuda dell'altro». Allora bisogna rischiare? «Il mio migliore amico era Jacques Brel, cui mi sono ispirato per questo film e lui mi diceva che la cosa che lo spaventava di più era entrare nel letto di una donna». Il film che come abbiamo sottolineato, non ci sembra tra i migliori del regista parigino , ha il merito di riproporre uno straordinario Massimo Ranieri , che come attore ha indubbie qualità e meriterebbe maggiore attenzione anche da parte del cinema italiano.
A L