Firenze, 11 novembre 2005- Tariffa d’Igiene Ambientale che da quest’anno sostituisce la Tarsu e, ormai è certo, sarà salasso. Sono 48 i milioni di euro (13 in più rispetto al 2004) che le categorie economiche verseranno da sole a Quadrifoglio, la partecipata (al 94,20%) del Comune che si occupa dello smaltimento dei rifiuti cittadini.
Anche la futura messa in funzione del termovalorizzatore (prevista in caso di mancanza d’intoppi per la fine del 2009), secondo ciò che emerso in uno degli ultimi incontri con i tecnici Quadrifoglio, non sarà sufficiente da sola a ridurre le tariffe che, paradossalmente, continueranno a crescere all’aumentare della quantità dei rifiuti prodotti in modo differenziato.
Anche la notizia di giorni fa della destinazione di parte degli aumenti tariffari ai Comuni di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio come benefit ambientale, la conferma come contributo di compensazione per la futura presenza di un termovalorizzatore di cui non è stata ancora decisa l’ubicazione e l’attuale permanenza di discarica e impianto di compostaggio.
Respinte da Palazzo Vecchio tutte le istanze presentate da Confartigianato Imprese Firenze per limitare i danni prodotti da una tariffa che prevede aumenti ingiustificati fino anche al 291 %.
Più 7,22 % per falegnami, idraulici ed elettricisti, + 11,21 per produzione artigianale generica, + 21,41 per parrucchieri, barbieri ed estetisti, + 48,38 per carrozzerie, autofficine ed elettrauto, + 65,89 per autorimesse e + 176,02 per pizzerie a taglio. “Abbiamo raggiunto il limite, occorre che Palazzo Vecchio cambi rotta. C’è bisogno di responsabilità, di una seria politica comunale che per almeno un triennio pianifichi i costi del servizio ripartendoli tra le differenti attività produttive con l’equità che proprio il Decreto Ronchi, padre della Tia, avrebbe potuto assicurare basandosi sul semplice principio chi più sporca, più paga” dichiara Ovidio Montecchi, Presidente di Confartigianato Imprese Firenze.
“Appare inoltre arrivato il momento di chiamare a raccolta le altre categorie economiche della città così da fare un pressing serrato su Leonardo Domenici e tutte le altre autorità comunali che, pur amando la concertazione, hanno di fatto deciso l’applicazione del decreto in modo del tutto unilaterale ignorando le istanze di attività produttive, vitali per l’economia cittadina, per giunta in un periodo di crisi ed in barba alla tanto strombazzata competitività” conclude Montecchi.