Firenze, 3 novembre 2005- E’ ormai una consuetudine che, dopo le festività dei morti, si inizi la raccolta delle olive sulle colline fiorentine. Una raccolta precoce, perché in molti casi legata alla tecnica manuale. “C’è ancora un uso ridotto – spiega Simone Tofani, responsabile del Settore tecnico della Cooperativa Agricola di Legnaia – di agevolatori meccanici, come pettini o scuotitori, che evitano il ricorso alle scale e riducono i tempi di raccolta. La realtà del territorio non agevola l’uso di mezzi grandi, ma quelli manuali consentirebbero di ridurre notevolmente il tempo e il costo di raccolta, che è a tutt’oggi una delle variabili che più incide sul costo finale dell’olio, migliorando anche la qualità del prodotto finale.
Ci troviamo davanti ad un anno di scarica, con quantità minori, per quanto riguarda gli ulivi della nostra regione ma, dove si è combattuto correttamente la presenza della mosca olearia, la qualità si annuncia di ottimo livello, come di consuetudine”.
In lieve ascesa i prezzi, anche a fronte di quantità minori. “Un olio italiano di base – prosegue Tofani – dovrebbe assestarsi intorno ad un minimo di 6 euro il litro alla vendita al dettaglio. Se, invece, si cerca un prodotto fiorentino di qualità, si va dai 7/8 euro della vendita diretta in fattoria ai 10 euro al dettaglio nei negozi.
Difficile trovare prezzi più bassi ed in alcuni casi è meglio diffidare delle offerte troppo allettanti. Dalla metà di novembre dovremmo già trovare in vendita la nuova produzione”.
Negli orci sono rimaste quantità invendute dallo scorso anno e non è difficile trovarle sul mercato anche adesso. “Il consiglio – ricorda Tofani – è di fare sempre attenzione alle etichette, anche se talvolta queste non sono esaustive, e di rivolgersi ad esercenti di fiducia, per non incorrere nell’errore di acquistare olio vecchio per nuovo.
Molto spesso si è indotti in errore dalla dicitura ‘imbottigliato in…’ che non vuol sempre dire che il prodotto sia di quella determinata zona, anzi spesso si è in presenza di olio italiano mescolato con altro proveniente da paesi stranieri, come Spagna o Marocco. Basta controllare e, se si vuole un prodotto toscano o fiorentino, cercare il luogo di produzione sull’etichetta, facendo anche riferimento al fatto che si tratti di olio nuovo. Riconoscerlo al gusto non è sempre facile. L’olio nuovo ha un colore che tende più al verde brillante, un sapore più pungente e un aroma vagamente fruttato all’olfatto, mentre quello vecchio si presenta più tendente al giallo e ha perso le caratteristiche principali sia per il gusto che per l’olfatto.
La qualità finale può variare da zona a zona, ma quello diventa anche un fatto di gusti personali”.