Domani alle 18.00 in concorso al Gambrinus si proietta Avanim (2004) un film di produzione franco/israeliana, girato a Tel-Aviv in lingua ebraica dal regista francese Raphaël Nadjari, di struggente attualità politica.
« Io sono un cineasta nomade », così si presenta Nadjari, che in questo suo quarto lungometraggio si confronta con il tema dell’identità, strettamente legata nel suo caso a quella del popolo ebraico. Il titolo significa “pietre”.
«Israele – spiega il regista – è pieno di pietre, tutte simboliche: quelle del muro del pianto, quelle che servono per costruire case e scuole, quelle che si scagliano addosso laici e ortodossi, le pietre tombali e quelle che vengono deposte sulla tomba come ricordo.
Pietre che servono per distruggere ma anche per costruire ».
Alle 20.30 sempre in concorso Zim & co (2005) di PIERRE JOLIVET: le peripezie di una banda di giovani meticci nella incandescente banlieu parigina, al centro, in questi giorni, della cronaca giornalistica, per i numerosi scontri in atto. A presentare il film, il protagonista Adrien Jolivet, figlio del regista.
La retrospettiva Rohmer combina le traiettorie di L'ami de mon amie (1987), alle ore 10.00 all’Istituto Francese, classico teatrino delle coppie che si fanno e si scombinano; quelle di L'arbre, le maire et la médiathèque (1993) alle ore 16.00 al Gambrinus, la politica, l’ecologia, la cultura in un delizioso frullato di ironia e artifici verbali.
Infine alle ore 22.30 Conte d'hiver (1991): la vita è una cosa miracolosa, e l’amore è il suo profeta.
Alle 10.30 nella biblioteca dell’Istituto Francese, l’incontro con Alain Cavalier, autore de Le Filmeur, premiato a Cannes (“Un certain regard”).