Firenze, 2.11.’05- Si attendono ancora molte delle risposte ai quesiti che l’associazione ecologista fiorentina Idra ha formulato il 27 luglio scorso – durante l’incontro presso la Regione Toscana – al presidente dell’OAN (Osservatorio Ambientale Nazionale sulla tratta Alta Velocità Bologna-Firenze), prof. Raffaello Nardi, e agli altri membri presenti dell’Osservatorio, sulle conseguenze dei cantieri per la costruzione della tratta TAV Bologna-Firenze.
Intanto Idra pone anche nuove domande, documentando le condizioni difficili e rischiose in cui sono costretti a vivere cittadini e attività economiche ‘vicine di casa’ ai cantieri.
Un nucleo di coltivatori biologici che conduce un importante frutteto sotto il quale è stata costruita una finestra di accesso alla galleria TAV, a San Giorgio, nel Comune di Scarperia, deve convivere con un fronte franoso avviatosi nel ’98 e minacciosamente in movimento [nella foto]. Oltre un mese fa, il 26 settembre, Idra ha trasmesso all’Osservatorio quattro foto che dimostrano drammaticamente il dissesto in atto in località “I Pianacci”. Il fenomeno non è stato mai affrontato in modo da ripristinare condizioni di sicurezza, nonostante l’evidenza del dissesto, le numerose segnalazioni a livello istituzionale e le qualificate attestazioni tecniche al riguardo.
“Per giunta – ha scritto Idra al prof. Nardi - il movimento franoso avrebbe ricevuto anche la preoccupante conferma di un ulteriore progresso lo scorso maggio 2004: la frana avrebbe subìto un importante “arretramento“ interrompendo la stradella di accesso ai pascoli e la capezzagna per le normali operazioni colturali del frutteto. Un terzo arretramento sarebbe stato registrato – per quanto abbiamo appreso – a febbraio 2005, in seguito alle improvvise e non annunciate esplosioni che hanno accompagnato l’avvio della demolizione della galleria AV, sottoposta a rifacimento.
Da tutto ciò derivano – oltre che condizioni di frustrazione civile e di ragionevole ansia in quanti abitano nella casa più prossima e conducono su quei terreni le attività di un’azienda frutticola biologica – rischi evidenti per la zona a valle, nella quale scorre il torrente Bagnone”.
Idra paventa conseguenze che vanno al di là del danno a un singola attività economica, e dei disagi recati alla vita di una famiglia di coltivatori: “Lo scenario di una possibile ostruzione del torrente stesso per effetto di un eventuale ulteriore movimento franoso è considerata – in un territorio peraltro sismico – con estrema preoccupazione.
Inoltre il fronte della frana rappresenta, anche sul piano paesaggistico, un ingrediente di sicuro non gradevole [foto 3] all’interno di un contesto formale che la buona agricoltura mugellana ha saputo impreziosire”.
Idra conclude la segnalazione richiamando l’iniziativa assunta dall’allora assessore all’Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci, che a luglio 2004 aveva scritto all’amministratore delegato della TAV ing. Antonio Savini Nicci invitandolo ad attivarsi affinché questa ferita venisse opportunamente rimarginata: “In considerazione del danno subito dalla Azienda Agricola interessata dal dissesto e dal concreto rischio di una ulteriore progressione del medesimo e sottolineando la delicatezza della situazione per quanto concerne il torrente Bagnone, Ti chiedo di interessarti personalmente alla questione e di valutare la possibilità e l’opportunità di un intervento urgente di sistemazione che possa sanare una situazione insostenibile”.
Ma niente è stato attuato al riguardo. Ecco perché Idra sollecita l’OAN ad adottare “ogni provvedimento atto a garantire una soluzione tempestiva, efficace e duratura del problema, a tutela di qualsiasi pubblico o privato interesse che sia”.