Il project financing, o finanza di progetto, ha sempre un costo per la collettività. Inoltre le variazioni continue cambiano l'oggetto stesso dell'incarico al di là del quadro normativo vigente. Nel caso del project relativo al parcheggio della Fortezza da Basso le variazioni fatte al capitolato - estensione da 27 anni a 30 anni, concessioni di circa 900 parcheggi supplementari per 99 anni, rimborsi vari per maggiori spese tutte da verificare, il rimborso da parte del pubblico di errori progettuali del privato, le concessioni pubblicitarie - definiscono un costo per la collettività superiore ai 60 milioni di euro.
A mettere ha fuoco questa incredibile realtà, in netto contrasto con quanto asserito dall'amministrazione comunale fiorentina è Ivan Cicconi, direttore generale di Nuova Quasco, una delle più importanti società di ricerca per la "Qualità degli appalti e la sostenibilità del costruire" e autore della "Storia del futuro di Tangentopoli", intervenuto all'incontro "Fortezza da Basso, il caso non è chiuso" organizzato da Unaltracittà/Unaltromondo e Rifondazione Comunista in collaborazione con i Comitati dei Cittadini di Firenze, Legambiente, Italia Nostra, WWF e Cantieri Solidali delle Piagge.
L'appuntamento sul caso Fortezza svoltosi nel Salone dei Duecento, sede del consiglio comunale, è stata un'occasione importante sia per fare un quadro degli interventi e delle scelte in atto sul territorio di Firenze sia per mettere in evidenza l'utilizzo del project financing usato in modo non appropriato e comunque svantaggioso per il soggetto pubblico e dunque per la collettività.
Con altrettanta chiarezza viene alla luce il fatto che l'intricato oggetto societario riduce al minimo il rischio d'impresa per i privati e gira tutti i costi sulla collettività.
Di rilievo anche la necessità di superare la totale estraneità del consiglio comunale ai processi decisionali relativi alla finanza di progetto, come ha spiegato Anna Nocentini di Rifondazione Comunista.
Ed è la scelta specifica della Fortezza come Polo fieristico ed espositivo che ha trovato tutti gli intervenuti fortemente contrari. Maurizio De Zordo di Unaltracittà/Unaltromondo e Giorgio Pizziolo dei Comitati Cittadini hanno messo in evidenza che le operazioni inerenti al project financing sono scollegate da un quadro programmatico complessivo come dovrebbe essere il piano strutturale e allo stesso tempo sono interventi che valorizzano la rendita di operatori finanziari anziché disegnare un assetto equilibrato e convincente del futuro della città.
Leonardo Rombai di Italia Nostra e Mario Bencivenni dei Comitati Cittadini hanno rimarcato la mancata 'sensibilità' da parte della giunta comunale rispetto al patrimonio artistico e al territorio fiorentino.
Ciò è avvenuto per la vicenda Fortezza da Basso ma anche per quella del Poggetto e di Castello.
Legambiente ha sottolineato che il project financing ad oggi sta producendo opere che aggravano il problema del traffico cittadino, come il sottopasso Strozzi che ha complicato la circolazione stradale intorno alla Fortezza, e che i parcheggi assumo il ruolo di attrattori di traffico, con evidenti futuri aggravi per la congestione di tutti i viali. Una congestione del traffico che potrebbe tornare utile a tutti coloro, come la giunta Domenici, che prevedono per l'immediato futuro la circonvallazione nord, il cosiddetto 'tubone', una grande autostrada sotterranea a pedaggio, di grosso impatto ambientale per tutto il territorio fiorentino.