Istituire subito una Commissione speciale d’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti scoperto ieri dai Carabinieri di Massa Carrara e nel quale sono coinvolti, tra gli altri, tre dirigenti dell’Agenzia regionale di protezione ambientale della Toscana (Arpat): è quanto il Gruppo dei Consiglieri regionali di Alleanza Nazionale – il Presidente Maurizio Bianconi, la sua vice Giuliana Baudone e gli altri membri del gruppo Marcella Amadio, Andrea Agresti, Roberto Benedetti e Achille Totaro – chiedono alla Regione Toscana.
«Alla luce dei fatti emersi e dei coinvolgimenti accertati – spiegano i Consiglieri regionali di An – vogliamo che a livello istituzionale si faccia al più presto piena chiarezza sulle responsabilità».
Il capogruppo Bianconi ricorda anni di denunce politiche e di segnalazioni sui rischi che certi assetti all’interno dell’Arpat implicavano: «Da anni denuncio questo problema per cui l’Arpat svolge il doppio ruolo di controllore e controllato su più questioni, ma soprattutto su quella dei rifiuti. Nella vicenda particolare di questi giorni, non posso che auspicare che si arrivi a verificare l’estraneità dei dirigenti dell’Agenzia regionale. Tuttavia, debbo purtroppo ribadire che le condizioni e i presupposti per un contesto fertile alle infiltrazioni criminose esistono, e che in questi anni la Regione ha sempre fatto orecchie da mercante alle nostre segnalazioni.
Così, adesso se ne occupano polizia e magistratura».
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"La Commissione di inchiesta sul traffico illecito dei rifiuti già esiste e sta lavorando molto e bene. Siamo impegnati da due mesi in sedute di audizioni e accertamenti in materia di ecomafie nel ciclo dei rifiuti e del cemento. Bianconi stia tranquillo perché andremo fino in fondo e siamo tutti dalla parte delle forze dell’ordine che stanno scoprendo traffici illegali che vanno colpiti e interrotti>.
E' questa la risposta di Erasmo D’Angelis, presidente della Commissione territorio e ambiente del consiglio regionale al capogruppo di Alleanza Nazionale Maurizio Bianconi che chiede una commissione d’inchiesta regionale dopo l’ultima operazione dei carabinieri. Le infiltrazioni criminose – continua D’Angelis – purtroppo esistono e sono una costante nelle 47 operazioni del Noe sui traffici illegali di rifiuti che hanno coinvolto tutte le regioni italiane con 971 indagati e 300 arresti.
La maggior parte delle indagini di polizia come Versilia, Greenland, Trasimeno, Re Mida, Sabina, Pietrasanta, Cassiopea vedono la Toscana zona di partenza o di transito o di mascheramento dei rifiuti speciali. E’ un business colossale dove molte tonnellate di scarti anziché essere smaltiti in piena legalità e sicurezza, si perdono nel nulla, cambiano tipologia e vanno ad inquinare argini di fiumi, campagne, periferie urbane, aree costiere toscane o di altre Regioni. Ricordo però a Bianconi che vengono a galla anche le troppe falle del nostro sistema nazionale di controllo e repressione.
Manca anche uno strumento legislativo adeguato come l’inserimento dei reati ambientali nel codice penale che doveva essere una priorità per un governo. Per D’Angelis, che ha proposto di assegnare il Gonfalone d’argento alle forze dell’ordine che operano in campo ambientale,
Le ecomafie non devono più associare i loro affari velenosi al nome della Toscana. E questo chiama in causa direttamente la politica ma anche i ‘produttori’ di rifiuti, a partire dagli industriali. La ricetta è: aumentare la capacità di controllo e la trasparenza sulla produzione e lo smaltimento e superare lo stallo dell’impiantistica in materia di trattamento dei rifiuti"