Mercoledì 26 si tiene a Firenze il Forum Alternativo della Cooperazione Internazionale organizzato dalla Campagna Sbilanciamoci!. Dalle 17.30 alle 20 alla Sala Incontri di Palazzo Vecchio interverranno rappresentanti delle associazioni, delle campagne, delle ONG, degli enti locali, dei sindacati, per parlare dello stato della cooperazione internazionale e chiedere al governo italiano di cambiare rotta nelle politiche di aiuto allo sviluppo. I dati che emergono dal “Libro bianco sulla cooperazione allo sviluppo 2006”, che Sbilanciamoci! presenterà domani a Firenze, parlano chiaro.
Nel
momento in cui l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) nel mondo è aumentato
nel 2004 fino al livello più alto mai raggiunto - 78,6 miliardi di dollari,
con un incremento del +4,6% tra il 2003 e il 2004, e del +4,3% tra il 2002
e il 2003 - la tendenza italiana è invece del tutto opposta: -15,3% dal
2002 al 2003 e -9,7% tra il 2003 e il 2004. L’Italia stanzia in
cooperazione soltanto lo 0,15% del Pil e scende così tristemente dal
penultimo all’ultimo posto nella classifica dell’OCSE che considera il
rapporto APS/PIL dei paesi industrializzati.
Per esprimere tutto il disaccordo con questa politica Sbilanciamoci!
assieme alle ONG toscane ha organizzato anche un presidio di protesta che
si svolgerà la mattina del 27 dalle 8.30 alle 12 in piazza della Signoria,
proprio quando dentro Palazzo Vecchio il Ministero italiano degli Affari
Esteri celebrerà i ‘successi’ degli interventi italiani nel mondo durante
l'apertura ufficiale delle Giornate della Cooperazione.
“Un’iniziativa che
il governo organizza per mettere in mostra i risultati ottenuti con la
cooperazione allo sviluppo - dice Giulio Marcon, coordinatore della
Campagna Sbilanciamoci! - ma riteniamo che non ci sia proprio niente da
sbandierare. Si tratterà di un’iniziativa dal solo scopo promozionale
imbottita di promesse che sembrano fatte apposta per essere disattese. I
numeri ci mostrano il totale disinteresse italiano verso il raggiungimento
degli Obiettivi del Millennio".
“La difficile congiuntura economica internazionale di questi anni non può
essere un alibi”, continua Marcon.
A questo riguardo analizzando i dati si osserva come altri Paesi dell'Unione Europea hanno significativamente incrementato le risorse per la cooperazione internazionale: la Spagna li ha raddoppiati, la Francia è arrivata allo 0,34%, mentre i Paesi del Centro e Nord Europa (Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia e Lussemburgo) hanno confermato quote superiori allo 0,7%, già raggiunto da alcuni anni. La storia del nostro paese è piena negli ultimi anni di patti sottoscritti e mai mantenuti.
Uno su tutti: nel Consiglio Europeo di Bruxelles nel maggio
2005 gli stati membri si sono impegnati a raggiungere lo 0,51% entro il
2010 e lo 0,7% entro il 2015.
La Finanziaria 2006 poi, dopo i copiosi tagli dell’anno precedente, riesce
a peggiorare ancora la situazione prevedendo ulteriori 152 milioni di
taglio sul fondo a dono, cioè sulle vere risorse disponibili per la
cooperazione, che passano da 552 a 400 milioni. Una condizione che non
permetterà più di finanziare settori come: il Fondo Globale per la lotta
all’AIDS, la Malaria e la Tubercolosi, il Fondo Speciale FAO per la
Sicurezza Alimentare, il Piano d’Azione per l’Acqua, il sostegno al
processo di pace in Palestina.
La Toscana è una delle regioni più attive nel settore: 750 volontari
operano in Italia e 50 all’estero.
Un lavoro del quale beneficiano oltre 2 milioni di persone in tutto il mondo, per un volume di attività di circa 8 milioni di euro.