E’ allarme lupi in Mugello. Numerosi attacchi riconducibili a lupi stanno decimando bestiame e greggi di allevatori mugellani. Il grido di dolore si alza dagli stessi allevatori che tramite l’associazione interprovinciale allevatori Firenze e Prato denunciano un aumento di casi di ovini, agnelli e pecore, e bovini sbranati. Ed è stato raccolto immediatamente dall’assessore all’Agricoltura della Comunità Montana del Mugello Mario Lastrucci: «Allevatori della zona stanno subendo e segnalando da qualche tempo attacchi di lupi non solo nelle zone montane ma anche a fondovalle .Gli allevamenti, come prevede la legge, sono stati dotati di appositi ricoveri e recinzioni e per quanto riguarda le greggi anche di cani da pastore, ma queste misure in Mugello non sono sufficienti - aggiunge - per consolidate e tradizionali consuetudini di allevamento e perché gli attacchi degli animali predatori, che dalle informazioni raccolte paiono proprio lupi, si verificano anche di giorno».
Sono in totale 63 dal 2002 al 2005 (dati ancora parziali) le richieste presentate alla Comunità Montana per indennizzo di capi ovini, caprini e bovini uccisi o feriti da animali predatori; di queste 22 riguardano allevamenti di Vicchio (14 nel 2004 e 6 quest’anno), 18 di Borgo San Lorenzo (10 nel 2005, raddoppiate rispetto all’anno scorso) e 15 di Firenzuola (2 finora contro 6 del 2004). Prede preferite sono gli ovini-caprini - 370 i capi uccisi o feriti fino ad oggi, 164 nel 2004 e 103 nel 2005 - ma non sfuggono alle zanne i bovini - 14 negli ultimi 4 anni, 4 nel 2002 e 3 nel 2005 -.
«Questi attacchi stanno mettendo in crisi il settore della zootecnia locale, diversi allevatori sono non solo preoccupati ma disperati perché si vedono uccidere ripetutamente animali e cioè il loro sostentamento di vita, e come Comunità Montana raccogliamo il loro grido di dolore e stiamo dalla loro parte» - aggiunge ancora l’assessore Lastrucci. Che si sofferma anche sulla nuova legge regionale n. 26/2005 sulla “Tutela del patrimonio zootecnico soggetto a predazione” che dal 1° gennaio 2006 sostituirà quella vecchia, la n.
72/1994, stabilendo contributi economici per stipulare contratti assicurativi solo a certe condizioni: «i sistemi di prevenzione previsti dalla legge come ricoveri, recinzioni e cani pastore spesso non sono risultati utili e anzi possono essere controproducenti o eccessivamente onerosi e di impossibile gestione per gli allevatori del Mugello, zona compresa nella ‘carta del lupo’ - spiega l’assessore Lastrucci -. I ricoveri nelle aziende sono stati realizzati ma è impossibile, per costi economici e problemi di ordine urbanistico, costruirne in tutte le zone di pascolo.
Un esempio concreto: l’allevatore dovrebbe ogni giorno fare il giro di tutti i pascoli, radunare gli animali e chiuderli nel ricovero, o nell’area recintata anti-intrusione, per tornare ogni mattina a farli uscire, con costi insostenibili di manodopera. Oltretutto - aggiunge -, durante i mesi estivi gli animali mangiano proprio durante le ore notturne in cui dovrebbero essere chiusi, tale misura diventa, quindi, controproducente: occorrerebbe infatti foraggiarli invece di farli pascolare. Crediamo come “Tavolo verde”, la consulta istituita dalla Comunità Montana che riunisce tutte le associazioni del settore agricolo, che anche per le aziende che ricadono nei territori compresi nella ‘carta del lupo’ i sistemi di difesa previsti dalla legge regionale 72/94 si siano rivelati di scarsa utilità, inutilmente costosi e di impossibile gestione.
Dall’esperienza acquisita - continua - risulta pertanto necessario che per poter accedere ai contributi per stipulare assicurazioni debba essere sufficiente come opera di prevenzione la realizzazione di un ricovero razionale ubicato nel centro aziendale. L’esclusione dal contributo regionale di queste aziende aggraverebbe in modo del tutto ingiustificato le difficoltà in cui si trovano molti allevamenti, dando un ulteriore colpo alla loro sopravvivenza. Ma tutto il sistema zootecnico del Mugello, noto per l’alta qualità sia per quanto riguarda le razze allevate che per le produzioni, sarebbe ingiustamente penalizzato.
Queste osservazioni sono state già indicate in una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura Susanna Cenni» - conclude Lastrucci.(mr)