13/10/05 firenze- Un appuntamento che si compie a distanza di due stagioni dal suo annuncio. Lo spettacolo Fedra doveva chiudere la Stagione 2003/2004 della Pergola, allora Ida di Benedetto interpretò invece Pupa di Giuseppe Fava, giornalista ucciso dalla mafia, dando al personaggio di Pupa, ferocemente contemporaneo, la dimensione del Mito propria dei tragici greci. Ida di Benedetto torna, dopo Medea e Clitennestra, a vestire i panni di un’eroina tragica, una Fedra indomita ed appassionata. Fedra, sposa di Teseo, diventa protagonista trascinante e feroce nel vivere l’amore impossibile di una donna per il suo giovane amante: la regina trascina alle estreme conseguenze la passione per Ippolito, figlio del marito, lasciandosi guidare alla distruzione dal furore della tragedia totale. Un’audacia profondissima che il regista Lorenzo Salveti affida direttamente alle parole dolorose di Seneca, autore e profondo indagatore della follia.
Una pazzia assoluta che si presenta con la forza di un mostro che si annida dentro di noi, capace di impossessarsi sapientemente della razionalità, nel luogo dove il mistero, religiosamente, si conserva senza mai svelarsi, avvolto dal cieco labirinto del non detto. Dunque un inno alla parola, potente ed essenziale, infima e peccaminosa, crudele e tagliente, alla quale tanto l’attrice quanto il regista devono piegarsi e sottomettersi al fine di poterne godere, lasciandola esplodere nei versi di Edoardo Sanguineti.
"Con fedeltà creativa, il poeta "cita" il testo classico in uno spazio concreto che è qui, oggi, in un tempo immediato, in voci, in corpi attuali. La sua versione è un’opera autonoma di poesia contemporanea. E conferisce a questa anatomia di una passione, l’asciutta modernità di un ragionare serrato eppure incandescente".
