Mentre domani avrà luogo la manifestazione organizzata dalla Lega Nord Toscana per protestare contro l'apertura di una moschea, con contorno di centro islamico, a Firenze, cresce l'inquietudine, anche a livello locale, sul tema della riforma elettorale proposta dalla fu maggioranza parlamentare.
sul tema Dstoscana.it ha intervistato il segretario regionale DS Marco Filippeschi:
Hai già risposto alla campagna della destra e anche altri l'hanno fatto, ma abbiamo visto che oggi Denis Verdini insiste e fa scrivere al Foglio: "la legge che va bene a Firenze fa scandalo a Roma".
Qualcosa da aggiungere?
Verdini è nella cabina di regia dell'imbroglio e, come dire, fa il lavoro sporco... Ripeto che siamo di fronte a degli imbroglioni, che tirando in ballo la Toscana in modo falso cercano di mettersi una foglia di fico per coprire la vergogna di un colpo di mano, di un artificio fatto apposta per limitare una sconfitta annunciata. Una legge elettorale che contrasta con la Costituzione e che riporterebbe l'Italia molto indietro.
Rispondiamo, di nuovo, nel merito.
Cosa non funziona nel parallelo che fa Forza Italia?
Non funziona niente. Intanto la Toscana ha fatto una legge elettorale cercando una larghissima maggioranza e riuscendoci. Prima e fondamentale differenza.
Dunque avete rinunciato a qualcosa?
Quella approvata non è certo la nostra legge, è stata una buona mediazione. A noi sarebbe piaciuto di più un doppio turno di collegio, secondo il modello che vale per l'elezione delle province. Oppure un modello con un alto numero di collegi, come quello vigente per la Camera.
Ma proprio la destra toscana l'ha rifiutato dicendo: "con il sistema dei collegi non eleggiamo nessuno in prima battuta, solo dei ripescati". Avremmo potuto decidere a maggioranza, invece li abbiamo ascoltati. Perché adesso la destra non fa lo stesso?
Una rinuncia pesante, dunque...
Per noi è stato assai indigesto l'aumento del numero dei consiglieri, al quale abbiamo resistito, da soli, fino a che abbiamo potuto. La nuova legge elettorale invece è stata comunque un miglioramento.
E' una legge rafforzata in senso maggioritario. Perché consente a chi vince bene di avere una maggioranza larga e sempre garantita, del 60 per cento dei seggi in Consiglio regionale. Tutto il contrario, invece, per la legge truffa della destra. Si parla di una maggioranza limitata al 54 per cento, cioè di un maggioritario amputato. Fatto apposta per rendere fragile e instabile una maggioranza parlamentare. E sappiamo bene che, con i guai che vive l'Italia, la stabilità è un bene primario.
Ma la destra dice che il modello delle circoscrizioni regionali è uguale al nostro...
Non è vero.
In Toscana ci sono liste provinciali, non c'è un'unica lista regionale. Anzi, noi abbiamo eliminato anche il vecchio listino, distribuendo il premio di maggioranza a beneficio del territorio. Liste provinciali, col superamento della preferenza e con una legge che consente ai partiti di fare le primarie. Liste corte, solo quella della provincia di Firenze è più lunga. Con una facile identificazione tra candidati e territorio, quasi si trattasse di collegi veri e propri. Invece le liste regionali lunghe che propone la destra faciliterebbero un'imposizione ai territori, nel caso di liste bloccate.
Oppure uno straordinario incentivo alla cattiva politica, a costi esorbitanti delle campagne elettorali, se prevedessero le preferenze: perché ogni candidato dovrebbe cercarsi i voti in un territorio molto ampio. Un disastro in entrambi i casi. Altro che "modello toscano". Aggiungo che, a giudizio dei costituzionalisti più illustri, la soluzione che hanno trovato per il Senato contrasterebbe con i vincoli posti dalla Costituzione al sistema elettorale, invalidano in partenza il modello che propongono.
E la questione delle soglie, come funziona da noi?
Nella nostra legge le soglie sono due.
Dell'1,5 per cento per liste collegate a candidati presidenti che abbiano preso almeno il 5 per cento dei voti e del 4 per cento per quelle collegate a candidati presidenti che abbiano ottenuto meno del 5 per cento. Ancora una volta, non è il modello della destra. Certo, anche in Toscana abbiamo salvaguardato la presenza delle forze politiche piccole, ma spingendole a coalizzarsi. E poi c'è l'elezione diretta del Presidente della Regione che fa da riferimento e da collante. Non può essere così, invece, nel caso della legge nazionale che stiamo criticando.
Dunque dalla Toscana siete molto critici nel merito.
E che dite sul metodo, sulla sostanza politica del tentativo di riforma?
Intanto spiegando la legge elettorale della Toscana si spiega bene anche l'imbroglio della destra. Sono degli apprendisti stregoni. La realtà è che per limitare i danni non esitano a dare un colpo al sistema maggioritario, contraddicendo così la volontà popolare che si espresse nei referendum degli anni novanta. Furono gli elettori ad aprire la strada al "Mattarellum", una legge imperfetta, che però ha consentito l'affermazione del bipolarismo.
E' stata una conquista alla quale una grande maggioranza degli italiani non vuole rinunciare e che oggi dobbiamo difendere con tutti i mezzi della politica. Non per un tornaconto di parte, ma per il bene del paese: per la chiarezza delle alternative, per la stabilità. La destra deve sapere che pagherà comunque un prezzo altissimo allo strappo che sta compiendo.
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La Sezione Tematica“Mobilità e Trasporti” DS di Firenze invita tutte le forze politiche, culturali, sociali, tutti i cittadini che vogliono evitare questo a mobilitarsi in tutte le forme possibili contro i soprusi e le imposizioni di un governo e di una (ex) maggioranza in agonia.