(27 settembre 2005) - Province in tilt con la nuova Finanziaria? Dello scenario che gli ulteriori tagli alla finanza locale, già inseriti nella bozza di legge Finanziaria per il 2006 predisposta dal Governo, nel testo licenziato dall’ex Ministro Siniscalco, o sui quali si hanno indiscrezioni in queste ore, si è parlato ieri a Firenze in Palazzo Medici Riccardi, nel corso del convegno “La gestione finanziaria delle province: strumenti ed opportunità di sviluppo”.
“Se venisse introdotto il ventilato blocco delle assunzioni negli enti locali – ha detto nella sua introduzione ai lavori l’assessore provinciale al Bilancio Alessandro Lo Presti – unitamente alla riduzione, prevista nel 30% rispetto ai livelli del 2003, dei contratti a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa, le amministrazioni provinciali sarebbero penalizzate in modo pesantissimo.
Molte nuove competenze sono state infatti trasferite alle Province dopo il 2003 e vengono svolte grazie a collaboratori e dipendenti a tempo determinato”.
L’Unione delle Province d’Italia (UPI) ha poi già espresso preoccupazione con un suo ordine del giorno inviato al Governo per le notizie circa possibili tagli generalizzati ai danni degli enti locali.
“Chiediamo – ha detto Lo Presti – una attenzione più forte alle esigenze delle Province e sul fronte delle entrate è il momento di dare corso al federalismo fiscale”.
I contenuti della proposta di Finanziaria saranno affrontati da Regioni ed Enti locali nell’incontro con il Governo fissato per la tarda serata di oggi a Roma.
Al convegno fiorentino, organizzato dall’Unione delle Province e da Nomura International in collaborazione con la Provincia di Firenze, si è parlato della gestione finanziaria degli enti locali, con relazioni di Alessandro Attolico (Head of local & regional authorities Italy), Arturo De Visdomini (vice presidente South Easthern Europe, Capital Markets), Mauro Crisafulli (Vice Presidente Senior Analyst international subsovereign group Moody’s investor services) e Giulio Tognazzi (senior associate studio legale Chiomenti).
Sono state poi messe le esperienze delle Province. E’ intervenuto anche Marcello Poleggi, Dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Le conclusioni del convegno sono state affidate ad Andrea De Maria, vicepresidente della Provincia di Bologna e responsabile Upi per la finanza locale.
Non si conoscono ancora i contenuti della Finanziaria che verrà presentata dal ministro Giulio Tremonti. “Speriamo bene – è l’auspicio degli assessori alle Politiche sociali delle Province della Toscana - Certo vorremmo sapere se intende procedere al taglio del Fondo nazionale per le politiche sociali annunciato dal Governo, che per la Toscana vorrebbe dire passare da 62 a 31 milioni e 600 mila euro”.
Il Governo italiano “a parole – spiega l’assessore provinciale alle Politiche sociali Alessandro Martini - dice di volere potenziare sanità e di non abbassare gli standard di sicurezza sociale. Siano pure ammesse le difficoltà congiunturali, quel che è inaccettabile è che la politica economica e finanziaria di Palazzo Chigi ha scavato un solco profondissimo, lasciando di fatto saltare le dighe”. I cambiamenti in atto nelle fasce sociali, necessiterebbero di maggiori risorse disponibili, in modo da prevenire i problemi, piuttosto che arrivare dopo a riparare.
“Come non pensare agli anziani soli, alle tante situazioni di donne sole con figli, o, ancora, gli immigrati considerati spesso rei senza avere commesso nulla, ma solo per il fatto di essere stranieri. Colpisce, peraltro, che non sia stato nemmeno attivato il fondo per i non autosufficienti, già approvato dalle commissioni parlamentari competenti”. Nonostante le rassicurazioni del ministro La Loggia a portare la questione in Consiglio dei ministri, “siamo ancora al nulla”. Gli assessori si sentono “profondamente impegnati nella battaglia di equità e giustizia sociale a fianco della Regione e di tutti gli enti locali che, quotidianamente, sono costretti a sopportare una situazione economico-finanziaria sempre più drammatica con ripercussioni gravissime soprattutto a danno dei soggetti più deboli delle nostre comunità”.