"L'esperienza del centro sociale ex-Emerson rappresenta, nella stessa misura delle altre esperienze di autogestione, una ricchezza del tessuto urbano contemporaneo. Ciò dovrebbe ormai essere evidente alla giunta di centro-sinistra che amministra Firenze, invece, la giunta Domenici, non sa riconoscere il valore degli spazi di resistenza alle politiche consolidate. Lo conferma il fatto che il centro sociale ex-Emerson sta per essere cacciato dal calzaturificio dismesso che è stata la sede del centro dal 1993.
Ora il grande contenitore, ricco di proposte legate alla complessità del presente, sta per essere trasformato in 135 appartamenti. Ci chiediamo innanzi tutto se, nelle aree dimesse, le trasformazioni concepite debbano ancora una volta essere legate alla costruzione di appartamenti (se pure, in questo caso, parzialmente destinati a affitto calmierato e cioè ridotto del 20% rispetto ai canoni concordati dai patti territoriali); ci chiediamo anche quale sarà lo spazio che la città prevede per questo centro sociale, a fronte dello sgombero dell'ex-calzaturificio.
Il Comune deve dare una risposta adeguata, riconoscendo al Centro la dignità di interlocutore e rispettandone l' autonomia.
Date le recenti esperienze di sgombero in città, non è superfluo ricordare che i centri sociali sono spazi di elaborazione culturale e di creatività che danno una risposta ai bisogni sempre più frustati di aggregazione sociale. Queste pratiche di resistenza alle trasformazioni dominanti della città non devono essere negate ma riconosciute come realtà sociali che si battono per spazi di vera accoglienza e equità sociale, come soggetti necessari in una modernità al cui centro si pone la persona e non il profitto."