«Tutti ricorderanno un anno fa proprio, alla fine di agosto, quando la stampa cittadina rese nota la bozza del piano industriale 2004-2007 di Ataf spa. Da allora ad oggi non è cambiato niente. Oggi, però, i Comuni soci hanno sfiduciato presidente e dirigenti dell'azienda chiedendo prima della ricapitalizzazione dell'azienda il varo di un piano industriale». E' quanto hanno dichiarato il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato e il vicecapogruppo Gabriele Toccafondi sottolineando che «se questa è la richiesta allora si reputa fallimentare quanti detto e fatto dalla presidente in questi mesi».
«Un anno fa - hanno aggiunto i due consiglieri di Forza Italia - la stampa fece osservare che il piano, a fronte del deficit, prevedeva il rischio di un prossimo collasso ed un possibile taglio di lavoratori: si parlò di 150 esuberi. Ma durante questi mesi, il Comune qualcosa ha fatto: una delibera di indirizzi, nella quale si legge che tra gli obiettivi prefissati c'è il raggiungimento del pareggio di bilancio in quattro anni, obbiettivo da ricercare, secondo il sindaco che ha definito la delibera sugli indirizzi, anche con l' "incremento dei ricavi da traffico, da multe e da pubblicità ovvero con l'aumento delle tariffe, l'aumento delle multe degli ausiliari e l'aumento delle tariffe pubblicitarie".
Il Comune di Firenze, si legge nella delibera, che è necessario attivare "interventi di risanamento riguardanti le macro voci di costo tra le quali spicca "il raggiungimento di un costo medio del lavoro in linea con le medie di settore". Ma a parte questo indirizzo o questa raccomandazione preoccupa che ad oggi poco o niente si è fatto». «La perdita di esercizio 2003 - hanno sottolineato Amato e Toccafondi - è stata di 5 milioni e 400.000 euro contro una previsione di 3 milioni e 800.000 euro, con una perdita nel 2004 di oltre 3 milioni euro e con una previsionale per il 2005 che si aggira intorno ai 9 milioni di euro di disavanzo.
Cifre che all'inizio dell'anno fecero chiedere alla presidente Elisabetta Tesi uno sforzo ai soci quantificabile in 30 milioni di euro: 14 milioni per ripianare il deficit e 16 milioni per riposizionare l'azienda incrementandone il patrimonio netto. Questo per il Comune di Firenze è possibile solo conferendo ad Ataf spa il deposito di viale dei Mille ma non è ancora sufficiente e soprattutto questo non sta avvenendo visto che ad oggi non sarebbe ancora disponibile la valutazione sul valore del deposito del viale dei Mille.
E poi l'Ataf cosa realizzerebbe col deposito? Lo vuole vendere per incassare denaro o lo userà come patrimonio e come garanzia bancaria per futuri investimenti? E senza deposito dove verranno sistemati i mezzi? Inoltre chi metterà la liquidità necessaria nell'immediato?». «Ma non solo perché oltre all'aspetto finanziario esiste un problema industriale che se non verrà affrontato porterà l'azienda alla situazione descritta un anno fa dalla stampa - hanno concluso i due esponenti del centrodestra - e allora è fondamentale chiedere se esista un piano industriale reale perché quello emerso l'anno scorso era datato 2004-2007 e poiché siamo nel 2005 forse è lecito chiedere se è sempre valido.
Infine, poiché il Comune di Firenze detiene l'82% dell'azienda ma chi utilizza i servizi proviene per oltre il 60% dai Comuni limitrofi, è urgente sapere cosa gli altri Comuni hanno intenzione di fare. Domande alle quali è doveroso e urgente rispondere, anzi domande alle quali era doveroso e urgente rispondere un anno fa».