di Roberto Bozzi, coordinatore del forum Ds degli amministratori sulla Finanziaria 2006
Ancora una volta la Finanziaria del centrodestra si caratterizzerà per i tagli che dovranno subire gli enti locali e gli italiani. Si parla infatti di meno tre miliardi di euro per le autonomie locali e di meno due e mezzo miliardi di euro per la sanità. Una diminuzione di risorse che andrà a scapito dei servizi ai cittadini e che non andrà nella direzione dello sviluppo, delle famiglie, dell'occupazione, degli investimenti e delle riduzioni fiscali.
Una manovra, quindi, nata per correggere il deficit dello Stato, e che colpisce Regioni, Comuni e Province attraverso i pesanti tagli ai trasferimenti e il blocco dell'autonomia finanziaria ed organizzativa degli enti. Tutto questo ricade sul sistema dei servizi comunali; sugli investimenti a favore del territorio, che rischiano di essere bloccati; su quella parte di pubblica amministrazione, che in questi anni è stata in grado di operare scelte di protezione ed inclusione sociale a favore di una larga fascia di cittadini, che, a causa delle scelte politiche dell'attuale esecutivo, potrebbe scivolare oltre la soglia della povertà.
Le scelte operate dal governo appaiono ancora più gravi e incomprensibili nel momento in cui colpiscono i Comuni che hanno saputo, in questi anni, portare avanti significative iniziative di razionalizzazione della spesa, di riorganizzazione dei servizi e di sperimentazioni di gestioni associate di funzioni, che, insieme allo sviluppo dell'iniziativa a sostegno degli investimenti, hanno rappresentato un contributo significativo al risanamento della finanza pubblica ed alla ripresa dell'economia nazionale.
Proseguire sulla strada dei tagli e della mancata attuazione dell'articolo 119, rischia di determinare il collasso dei bilanci comunali, ponendo le amministrazioni di fronte a scelte di contenimento del livello di tutela e dei servizi offerti.
Da anni il comparto degli enti locali, Comuni in testa, ribadisce la necessità di dar corpo al federalismo fiscale. Un federalismo, marcatamente solidale, che non divida e accentui le competitività, che superi il regime dei trasferimenti e vada nella direzione della compartecipazione al gettito dei tributi erariali riferiti al territorio, senza aumentare la pressione fiscale ed istituendo un fondo perequativo nazionale per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Serve un certezza di regole e di risorse per non esporre gli enti locali alla mutabilità dei provvedimenti, delle Finanziarie e alla scelta "forzosa" di ridurre il sistema dei diritti, opportunità, protezioni sociali per i cittadini. È fondamentale, in questa fase, compiere scelte che salvaguardino e migliorino la qualità dei servizi, che qualifichino lo stato sociale e che attuino politiche delle entrate, basate sulla trasparenza del prelievo fiscale, sulla responsabilizzazione della spesa, sull'equità e progressività del prelievo stesso e sulla finalizzazione delle risorse verso progetti di investimento per lo sviluppo complessivo del territorio.
Le proposte degli enti locali sono da tempo sul tavolo delle trattative del governo. Per questo chiediamo che la prossima Finanziaria rappresenti l'occasione per dare una risposta positiva alle richieste delle associazioni e delle autonomie, dando al contempo concreta attuazione al Federalismo Fiscale e alle richieste per la modifica del patto di stabilità. Senza l'accoglimento di queste richieste vi è il rischio concreto che non si riesca a chiudere i prossimi bilanci, anche a fronte di una riduzione dei servizi e degli investimenti a sostegno dello sviluppo e dei possibili aumenti della pressione fiscale.