Il quadro degli impianti di gestione dei rifiuti urbani e speciali in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 settembre 2005 12:52
Il quadro degli impianti di gestione dei rifiuti urbani e speciali in Toscana

Fra il 2002 ed il 2004 ARPAT ha realizzato, sulla base di una convenzione stipulata con la Regione Toscana il progetto “Controllo straordinario degli impianti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali”.
Il progetto si proponeva, ed ha raggiunto, l’obiettivo di controllare tutti gli impianti attivi di gestione dei rifiuti urbani e la maggior parte degli impianti di gestione dei rifiuti speciali.
Il controllo ha interessato gli impianti che gestiscono i maggiori quantitativi totali di rifiuti.

a fronte di 279 impianti controllati su 1317 censiti (pari al 21 %), in termini di quantitativi di rifiuti trattati negli impianti controllati ciò ha significato:
• l’85% dei rifiuti smaltiti o trattati ai fini dello smaltimento;
• il 40 % dei rifiuti che sono destinati a recupero.
L’attività si è sviluppata secondo le seguenti fasi:
• Censimento degli impianti presenti sul territorio mediante l’acquisizione degli atti autorizzativi e la registrazione delle informazioni da essi estrapolabili in una base dati “Impianti”;
• Contemporanea redazione di procedure per la conduzione di ispezioni per tipologia omogenea di impianti, ove possibile;
• Inizio delle attività di ispezione.
La Commissione permanente ARPAT “Rifiuti e Bonifiche dei siti contaminati”, ha elaborato 7 procedure da seguire nell’indagine:
• Stoccaggi conto terzi
• Inceneritori ed impiego CDR
• Discariche
• Selezione e produzione CDR
• Selezione e compostaggio
• Piattaforme beni durevoli
• Scheda generale
Per ogni ispezione, le procedure presupponevano diversi accertamenti, come indicato dalla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 aprile 2001 (2001/331/CE):
• accertamenti amministrativi: in genere controlli documentali (registri e formulari) che, però nell’ambito della gestione dei rifiuti assumono una importante rilevanza;
• accertamenti tecnicoamministrativi: in genere verifica atti autorizzativi e prescrizioni tecniche in esse indicate, verifica impianti e processo di trattamento;
• accertamenti tecnico analitici: campionamenti ed analisi di rifiuti o di altre emissioni (acque, aria, suolo).
Le complessive attività sopraindicate hanno attivato, in molte situazioni:
• proposte di provvedimenti amministrativi all’Autorità che ha rilasciato l’atto autorizzativo o l’iscrizione a registro finalizzate a rimuovere le situazioni di non conformità o di rischio riscontrate,
• notizie di reato o rapporti all’Autorità giudiziaria
• verbalizzazioni per le sanzioni amministrative.
• Le notizie di reato hanno interessato in ugual misura gli impianti di gestione dei rifiuti speciali e di quelli urbani (circa il 42% di non conformità sul totale degli impianti visitati).
Il progetto ha consentito:
• di disporre di un sistema aggiornato ed aggiornabile sulle tipologie di impianti autorizzate a disposizione di ARPAT e di tutte le Amministrazioni pubbliche con una visibilità e confrontabilità su scala regionale
• di ispezionare l’83% degli impianti censiti adibiti al trattamento di rifiuti urbani e misti ed il 15% degli impianti di trattamento di rifiuti speciali censiti.
Tali impianti gestiscono intorno all’85 % dei quantitativi di rifiuti urbani e speciali gestiti in Toscana per lo smaltimento o per attività finalizzate allo smaltimento ed il 41 % dei quantitativi di urbani e speciali trattati ai fini del recupero;
• di verificare positive evoluzioni nella gestione degli impianti dei rifiuti urbani, anche se complessivamente il sistema presenta un delicato equilibrio per la lentezza nell’attuazione delle scelte di pianificazione, per le criticità presenti negli ATO non autosufficienti o per il funzionamento non a regime degli impianti
• di rilevare irregolarità abbastanza diffuse.

Nell’ambito dei ifiuti, quelle più frequenti riguardano inadempienze o scorrettezze negli adempimenti di natura amministrativa, ma sono state rilevate anche infrazioni per gestione non autorizzata di impianti o di tipologie di rifiuti e, soprattutto, per non conformità alle prescrizioni degli atti autorizzativi. Frequenti, anche, le infrazioni per non conformità dello scarico idrico dell’impianto alle norme di settore.
• di confermare la complessità del controllo in materia di rifiuti negli impianti che trattano molte tipologie di rifiuti ed in quantitativi rilevanti.

In tali impianti è possibile un approccio per tipologie a campione o per flussi specifici e con sinergie e strumenti più adeguati.
• di confermare che nelle situazioni sopradescritte, ma più in generale nelle varie tipologie di impianti, pertinenti e non generiche prescrizioni degli atti autorizzativi favoriscono l’attività di controllo e quella del gestore.
• di confermare l’importante funzione di una approfondita istruttoria prima della concessione di un atto autorizzativo, in particolare se trattasi di impianto complesso, che documenti lo stato delle matrici ambientali ante operam, evidenzi le situazioni di rischio prevedibile, ne consenta la riduzione degli impatti attraverso interventi impiantistici, di processo o gestionali.
• di rilevare che per le attività di recupero gestite in regime autorizzativo semplificato se trattano rifiuti, urbani o speciali, che presentano qualche rischio (di percolamento, di odori, di contaminazione etc.) sussistono più possibilità di non conformità di quelle esercite in regime di autorizzazione.
• di rilevare che in molti impianti che trattano rifiuti putrescibili, urbani e non, le maleodoranze rappresentano cause di frequenti esposti con conseguenze anche sull’accettabilità sociale degli impianti stessi.

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