Firenze 2 settembre 2005-“Mentre in Provincia c’è una crisi politica in atto, qualcosa di più importante è successo a Firenze: le dimissioni del comitato scientifico per il Piano Strategico di Firenze 2010”. Il consigliere Nicola Nascosti annuncia una mozione a riguardo ed invita coloro che hanno creato questa crisi politica in Provincia ad affrontare questo problema. “Stiamo assistendo al fallimento del Piano Strategico – spiega Nascosti – che doveva trattare anche di argomenti importanti per lo sviluppo della città: il “marchio Firenze”, la promozione della cultura, il Polo scientifico dell’Osmannoro, la società della Salute, tutti punti di forza di Comune e Provincia.
Nello stesso Patto per lo Sviluppo sottoscritto dalla Provincia ci sono molti riferimenti al Piano strategico che viene richiamato più volte anche come strumento per superare le varie crisi aziendali che stanno attraversando il nostro territorio. Alla luce di questo fallimento – sottilinea ancora Nascosti – vorremmo avere delle indicazioni su come uscire da questo fallimento. La verifica in corso nella maggioranza dovrebbe trattare anche questo tema cruciale e ridisegnare il ruolo della Provincia.
A questo proposito presenterò una mozione in Consiglio provinciale per affrontare il fallimento del Piano strategico”.
"Il decisionismo di Renzi apre sicuramente una crisi nei rapporti di potere tra Margherita e DS in Provincia -afferma un documento del Gruppo consiliare Provincialedel PRC- ma questa potrà diventare vera e propria crisi politica, portatrice di reali cambiamenti solo se i programmi e i bisogni sociali torneranno al centro dello scontro in atto, bloccando la politica dell’immagine e della occupazione del potere da parte dell’attuale Presidente.
Del resto sono evidenti le motivazioni politiche del licenziamento dei due assessori: i contenuti laici e plurali dei progetti formativi sostenuti dalla compagna Monciatti, lo sviluppo di un rapporto dei Verdi con Rifondazione per quanto riguarda una critica alla politica dei rifiuti, nuovo inceneritore ed alle questioni ambientali più in generale.
Il colpo di mano di Renzi accentua il carattere moderato, centrista ed autoritario della sua Presidenza, sempre più distante dai problemi veri della nostra Provincia: questa linea (sia nei contenuti, sia nei modi di gestire il potere) impedisce la costruzione a livello locale dell’Unione e di una alternativa al berlusconismo, vista anche la preoccupante somiglianza dei comportamenti e dell’agire politico.
Gravi sono le responsabilità dei DS che hanno permesso questa escalation moderata e presidenzialistica nella gestione della provincia, ignorando e talvolta addirittura tentando di ridicolizzare la puntuale denuncia ed opposizione svolta dal nostro partito su varie questioni (assetto della macchina amministrativa, Firenze Mostre, Genio Fiorentino, nuovo inceneritore…): adesso i DS colpiti direttamente dal decisionismo di Renzi protestano (tardivamente!), ma non sono stati in grado (almeno per ora!) di tutelare la loro dignità di partito di maggioranza relativa e nemmeno di impedire il licenziamento di una propria esponente, “colpevole” di aver sostenuto con dignità contenuti laici e di sinistra oltre alla valenza strategica della differenza di genere.
In proposito la scelta di Renzi di avocare a sé la delega sulle pari opportunità rivela una cultura politica inaccettabile ed una notevole ignoranza storica.
Mentre esprimiamo solidarietà ai due assessori licenziati, ci sembra evidente che occorre un netto cambiamento di rotta che dia risposte ai problemi veri della nostra Provincia (lavoro, crisi aziendali, diversa gestione dei rifiuti, assetto del territorio, offerta formativa…) sia nei contenuti programmatici che nei metodi di governo e nei rapporti con il Consiglio: ma questa necessità si scontra sempre più con la realtà di questa Presidenza che va in tutt’altra direzione.
Non è tempo di tatticismi e di mediazioni incomprensibili alla stessa base sociale ed elettorale della sinistra: il comportamento arrogante di questo Presidente, finora concordato e gestito con gli stessi Ds ed il linea con lo stile del Sindaco Domenici, non può essere sottovalutato, essendo sempre più pericoloso per le prospettive dell’Unione e per la costruzione di alternative concrete.
In mancanza di cambiamenti sostanziali di programma e di stile di governo, il PRC rafforzerà dunque l’opposizione a questa Presidenza (altro che ingresso in Giunta, mentre si accentua il “presidenzialismo” e si licenziano gli esponenti di sinistra!).
Al tempo stesso il PRC svilupperà con rinnovato impegno il confronto, le proposte e l’azione comune con tutte le realtà sociali e le forze politiche interessate ad una alternativa (come già avviato con il PdCI e con i Verdi) per battere e mandare a casa quanto prima Renzi e la sua gestione del potere. Il PRC chiede che il Consiglio Provinciale sia investito di tutta questa vicenda".
Intanto nasce oggi il Comitato Scandicci per Prodi. E’ un luogo aperto, democratico e plurale in cui si confronteranno da oggi alle elezioni politiche del 2006, attraverso iniziative, incontri e dibattiti, le idee e le proposte dei cittadini di Scandicci, per un nuovo governo del Paese.
Domani Sabato 3 settembre, ci sarà una raccolta di firme per la candidatura di Romano Prodi alle primarie del centrosinistra che si terranno il 16 ottobre. Sono in programma per queste settimane alcune prime iniziative politiche e l’istituzione di un pulmino itinerante per la città che distribuirà materiale e informerà sul voto alle primarie.