Prefazione di Alfredo Martini, introduzione di Carlo Fontanelli, fotografie di Roberto Bettini. Il grande ciclismo raccontato da un radiocronista che lo segue metro per metro, in sella alla moto della Rai, accanto ai protagonisti. Le emozioni dal “vivo” della corsa sono le più vere. Finalmente: un libro del genere non era ancora stato scritto ed il ciclismo non era mai stato raccontato così.
Un modo diverso di “trasmettere” emozioni, di far rivivere storie di corsa con Marco Pantani che in salita, dopo aver staccato tutti, appena sentiva alle spalle il rombo della motocicletta, “…si alzava sui pedali pronto ad un nuovo scatto, come se avesse ancora un corridore alle spalle da distanziare”.
Sensazioni forti, brividi intensi come la discesa dal Colle Fauniera nel 1999 a ruota di Paolo Savoldelli ad oltre cento chilometri orari: “Sfiorava irriverente i vecchi e scoloriti segnali stradali rotondi - appoggiati chissà da quanto tempo ai margini dell’asfalto - che fissavano a trenta chilometri orari il limite da rispettare…”.
La motocicletta è perciò un “segnalibro” che fissa momenti lontani, ma non dimenticati: la caduta di Luc Leblanc nella cronometro di Cavalese del ’97, il lungo, estenuante duello Pantani-Tonkov dell’anno dopo, le scaramucce tra il Pirata e Bartoli nella tappa di Porto Santo Stefano, la discesa in picchiata su Schio, il giorno di Madonna di Campiglio, l’impresa di Casagrande all’Abetone nel 2000, Simoni, Garzelli, Cunego, Basso e non solo.
Trovano finalmente spazio le piccole, grandi storie di fughe non andate in porto, l’incrocio delicato di sguardi durante le “visite parenti”, il rito del pranzo con i motociclisti prima dell’inizio della diretta, i ricordi dell’infanzia che fanno capolino tra un chilometro e l’altro, le radiocronache senza respiro nel finale della Milano-Sanremo.
Giovanni Scaramuzzino ha diviso l’opera in ventuno capitoli, come ventuno sono le tappe di un grande Giro. Casuale o no, non poteva che essere così: il libro è fatto per chi ama la bici, la moto e, soprattutto, la radio.
Nella letteratura sportiva italiana, mancava proprio un libro del genere. Ora questa lacuna è stata colmata. Finalmente.