di Francesco Mencaraglia *
Un cosa di cui stranamente non si parla molto e' l'ultimo bilancio ATAF che e' riuscito a peggiorare il risultato del 2003. Tanto che, se interpreto bene le scarse notizie (a proposito: non sono riuscito a trovarlo, almeno in riassunto, sul sito ataf: qualcuno e' più bravo di me e me lo indica per favore?) il periodo previsto per il 'ripiano' non e' più di 4 anni, ma e' diventao di cinque. La posizione della amministrazione e' la piu' ovvia possibile: si tratta di 'comprimere' le rischieste di quei dilapidatori di pubblico denaro che sono i dipendenti, Ammettiamo pure che ci sia un fondo di verita' in questa tesi.
Quanto e' costato pero' il benservito che con l'avvento del nuovo consiglio di amministrazione fu dato all'ex direttore di ATAF? E, se vogliamo limitarci a quanto e' piu' attinente alle amministrazioni pubbliche, vorrei ricordare ai nostri amminsitratori una cosa che qualsiasi studente ai primi anni di universita' conosce e cioe' che il costo del trasporto dipene in modo abbastanza semplice dalla velocita'commerciale e che esiste una velocita' che, lasciando inalterati gli altri parametri, minimizza i costi.
Hanno una idea i nostri amministratori di quale sia questa velocita' ottimalee di quanto la attuale velocita' commerciale si discosti da essa? E cosa hanno fatto per diminuire lo scarto? Troppo facile dare sempre la colpa agli altri.
* Partito della Rifondazione Comunista