Firenze, 4 Agosto 2005- “Al Governo dico in tutta serenità che non ci piegheremo alla nuova imposizione, né adesso, né mai. Faremo ricorso contro la nomina di Lenzi e continueremo a dare battaglia, con tutte le nostre forze, finché il buon diritto non prevarrà. Lo faremo in nome della legge, della dignità della Toscana, di un diverso rapporto tra Governo e Regioni”. Questo il commento del presidente della Regione Claudio Martini, dopo che il Consiglio dei ministri ha nominato Bruno Lenzi presidente dell’Autorità portuale di Livorno.
Proprio la settimana scorsa, la Consulta aveva dichiarato illegittima e quindi annullata la nomina di Lenzi a commissario.
“E’ un triste spettacolo di protervia - sottolinea Martini - che manifesta più debolezza e miopia che non salute muscolare. E che sicuramente non ci spaventa né ci impressiona. A dire il vero speravo in un atto di saggezza del Governo, in un gesto di rispetto per la Corte Costituzionale, per la legge, per le istituzioni livornesi. O almeno in una soluzione ponte, che evitasse altre lacerazioni e riaprisse un corretto dialogo istituzionale.
Niente, non c’è stato niente di questo. Nemmeno una telefonata del ministro, almeno per spiegare i perché di una scelta così assurda ed inaccettabile. Niente. L’arroganza del Governo supera la fantasia ed ancora una volta non c’è stato un minimo segno di apertura”. “Il centrodestra - prosegue il presidente Martini - ci dice che l’intesa con le Regioni per le nomine si intende così: il Governo fa un nome, un nome solo, e noi lo dobbiamo accettare per forza. E non c’è niente che tenga: né la Corte Costituzionale, né il TAR, né il Consiglio di Stato.
Conta solo la scelta unica, unilaterale, indiscutibile del Governo. E’ stato così per Barbetti all’Arcipelago, è di nuovo così per Lenzi al porto di Livorno. O Lenzi o Lenzi, questa è la scelta, anche se nessuno dei tre Enti più grandi (Comune, Provincia, CCIAA) l’ha più indicato dopo la sua nomina a commissario”.
“Il più grande rammarico - sostiene ancora Martini - è oggi per l’ulteriore rischio di paralisi e di declino del Porto di Livorno, motore cruciale dell’economia toscana e nazionale, penalizzato ed umiliato nelle sue potenzialità dalle scelte del Governo.
Le forze imprenditoriali che puntano sul rilancio della logistica sappiano che il Governo sta condannando il porto a ritardi che peseranno per lunghi anni e che si ripercuoteranno su tutta l’economia toscana”.
“Al centrodestra toscano – conclude il presidente Martini - così solerte nel reclamare dalla giunta regionale un rapporto non conflittuale con il Governo, dico che è l’ora di capire che è da Palazzo Chigi che viene ogni ostacolo alla leale collaborazione. E se il Polo toscano ha un minimo di autonomia di pensiero e di azione faccia qualcosa per impedire che il sistema di relazioni istituzionali venga ulteriormente devastato.
Il momento è adesso”.
«La più piena soddisfazione per la nomina a Presidente di Bruno Lenzi a Presidente dell’Autorità portuale di Livorno» è stata espressa dal Consigliere regionale di Alleanza Nazionale Marcella Amadio, che a Livorno è anche Consigliere comunale nonché segretario provinciale del partito di Fini.
Secondo la Amadio, la nomina di Lenzi ha il valore aggiunto della non omologazione rispetto agli scenari labronici e toscani: «Finalmente è finito il tormentone della sinistra», esulta infatti.
«Per la prima volta a Livorno, per non dire in Toscana, una persona non di sinistra riesce a ricoprire un ruolo importante e strategico grazie al governo di centrodestra. E’ la prima volta che la sinistra non riesce ad averla vinta, e tanto sconcerto era prevedibile da parte di chi è sempre abituato a giudicare e scegliere in base alla tessera del partito».
«Il governo di centrodestra invece ha premiato la professionalità», prosegue l’esponente di An. «Non capisco cosa abbia da protestare la sinistra – aggiunge – che contestava il commissariamento dell’Autorità portuale.
Beh, adesso l’autorità portuale ha finalmente un presidente. Del resto il centrosinistra non può pretendere di avere tutte le chiavi e le chiavette della città e della regione. E’ giusto che anche chi di sinistra non è abbia suoi rappresentanti di capacità e merito: ma questi sono parametri che la sinistra non capisce».
Forte della sua esperienza, la Amadio elargisce anche un suggerimento ai suoi avversari politici: «Se la sinistra volesse accettare un consiglio – dice – suggerirei di non agitarsi troppo per evitare figure fantozziane.
Infatti i dettami della legge sono stati rispettati, la professionalità di Lenzi è stata riconosciuta e premiata, e la fase del commissariamento è terminata con la nomina del presidente. Tutto a posto, dunque».
Sarà, ma intanto le contestazioni della sinistra non si placano né a Livorno, dove il sindaco ha convocato per sabato prossimo una seduta straordinaria ad hoc del consiglio comunale, né in Regione dove oggi l’assessore Conti è tornato a lanciare strali di fuoco: «Che dire? Come dimostra lo sciopero di protesta di ieri dei portuali, a Livorno vi sono sacche di comunismo da fare invidia a Cuba.
I nostalgici del comunismo cubano e moscovita potrebbero venire a visitare la nostra città e scommetto che si sentirebbero veramente a casa loro. La stessa indizione di una seduta straordinaria del consiglio comunale da parte del sindaco, costerà tanti bei soldi alla collettività e servirà al centrosinistra solo e soltanto per sparare veleni sul governo di centrodestra. Posso capire che in una città come Livorno la sinistra sia poco abituata a perdere, ma una prima volta esiste per tutti».