La vita è un gomicciolo (gomitolo, per dirlo in italiano): si annoda, si intreccia, si scioglie, a volte è intricato e pesante da sostenere... ma in ogni caso scorre ! E proprio dal gomicciolo come metafora dell’esistenza, si snoda il filo del racconto del nuovo (trentanovesimo) autodramma del TEATRO POVERO DI MONTICCHIELLO, dal 23 luglio al 14 agosto in piazza della Commenda.
“La nostra scommessa è già vinta” – chiosa Marco del Ciondolo, da sempre in prima linea nel Teatro Povero e da 6 anni anche Sindaco di Pienza – “perché anche quest’anno riusciremo ad accendere le luci sul palco sabato sera, se poi lo spettacolo piacerà o meno dipenderà da tanti fattori...
Lo spettacolo - che coinvolge circa 100 persone e si avvale di un unico ma sostanziale contributo privato, da parte del Monte dei Paschi di Siena - affronta un argomento non nuovo, quello dell’eredità; tema urgente ed attuale quando si ha a che fare con piccole comunità, con l’invecchiamento della popolazione, con il rischio di scollegamento in questo mondo che tutto tende a connettere. Monticchiello ha sempre denunciato questo aspetto attraverso il teatro, mezzo di comunicazione privilegiato che ha dato voce ad una comunità di nemmeno 300 anime”
Ma a chi consegnare questa eredità?
Il regista Andrea Cresti (co-autore del copione insieme al coltivatore diretto Vittorio Innocenti) lancia la sfida alle giovane generazioni, affinché sappiano raccogliere un patrimonio fatto non di “roba” ma di emozioni, sensazioni, rapporti umani che si è accumulato in quasi 40 anni di teatro e confronto pubblico.
Lascia ben sperare il fatto che tra gli attori figurino bambini e ragazzi (i protagonisti hanno dai 8 agli 83 anni), “ma se così non sarà, e se il fenomeno teatro povero si esaurirà con i suoi fondatori” – afferma Cresti - “l’impostante è accompagnare la fine con allegria, quell’allegria che da sempre prevale – almeno sulle tavole del palcoscenico – negli autodrammi monticchiellesi”.
Intanto l’esperienza del Teatro Povero, viene raccolta per la prima volta in un libro fotografico “TEATRO POVERO DI MONTICCHIELLO 1967-2004” – che sarà disponibile dal 23 luglio – con la prefazione di Alberto Asor Rosa, le interviste agli autori/attori e le presentazioni originali dei 38 autodrammi andati in scena dal 1967 (L'eroina di Monticchiello) ad oggi.
E, sempre a Monticchiello è visitabile tutto l’anno negli spazi dell’ex granaio il Te.Po.Tra.Tos: Museo del Teatro Popolare Tradizionale Toscano, ultimo nato nella rete dei MUSEI SENESI, che coniuga la più antica tradizione narrativa toscana (Maggiolata, Befanata, Vecchia, Bruscello, Maggio, Zingaresca ecc) con la più avanzata tecnologia multimediale: anche così si cerca di non disperdere un’importante eredità.