Una scrittrice che giovanissima fu un "caso letterario", Lidia Ravera, e due protagonisti della politica italiana, Nando Dalla Chiesa e Pancho Pardi, martedì 19 luglio in piazza Matteotti alle ore 21.30 saranno ospiti di OPEN CITY DUE /Scandicci Estate ’05 per presentare, nell’ambito di IL LIBRO IN PIAZZA, una serie di presentazioni di libri a cura di Mauro Bagni Centrolibro, l'ultimo volume di Lidia Ravera, In fondo, a sinistra (Melampo editore), un’occasione per ripensare cosa significa oggi essere di sinistra.
Scrittrice, giornalista, opinionista, femminista, narratrice di successo e tagliente polemista, in In fondo a sinistra Lidia Ravera fa sua la sfida dei tempi difficili, quelli che chiedono a intellettuali e politici una nuova e più alta capacità di parlare.
E lo fa sui temi a lei più cari: la donna, la famiglia, la maternità, la guerra e la pace, il razzismo, la giustizia, la cultura.
In fondo a sinistra è una suggestiva, freschissima traccia dell’impegno che, oltrepassando i confini del suo ruolo e partecipando in prima persona ai movimenti di opposizione, ha dedicato alla difesa della libertà e della democrazia. Una utile lettura per misurare senza sconti la temperie di un paese che sognava di diventare normale e si è riscoperto pericolosamente diverso.
Sempre nell’ambito di Scandicci Estate ’05 nel Parco del Castello dell’Acciaiolo, mercoledì 20 luglio alle ore 21.30 Lucia Poli, una delle capostipiti del teatro di genere, fatto di humour e ironia tagliente, del nostro paese, presenterà "In attesa della catastrofe", un'antologia degli spettacoli scritti per lei da Stefano Benni, con l'aggiunta di qualche "pezzo" nuovo, per raccontare il catastrofismo di fine millennio a metà strada fra cinismo e speranza.
La collaborazione tra Stefano Benni e Lucia Poli è ormai collaudata da anni di amicizia e da alcuni spettacoli elaborati insieme: Corpo insegnante (1992), Sorelle d'Italia (1994), Bestiacce bestioline (1996).
È risultato naturale perciò lo sbocco in una sorta di spettacolo consuntivo in cui riproporre qualche pezzo forte già sperimentato e pezzi nuovi scritti appositamente dall'autore per quest'antologia.
Il filo conduttore che collega i brani, di per sé apparentemente slegati, è il catastrofismo, un esilarante se pur drammatico catastrofismo espresso a volte in maniera satirica, altre volte in maniera grottesca, surreale o pungente, con tono sempre allegro e disperato nello stesso tempo. Indubbiamente si sente il peso del tempo che stiamo vivendo, l'esigenza di bilanci che si manifesta ad ogni passaggio epocale. E c'è anche la sensazione che il pianeta divenga ogni giorno più stretto e la coscienza che l'uomo si sta scavando spensieratamente la fossa con le sue stesse mani...
Così nasce In attesa della catastrofe, un'antologia di perle benniane, un florilegio di personaggi tratteggiati con umorismo, un gioco di incastri con molta musica e qualche battuta fulminante, una performance fatta su misura per un'attrice abituata a recitare sul filo dell'ironia. La satira pungente di Benni si rivolge contro la stupidità umana, che è la fonte di ogni catastrofe, e osserva via via i settori in cui questa si esplica. All'inizio l'attenzione si fissa sul mondo dell'educazione, sul disastro dell'istituzione scolastica, presentando tre diversi tipi di insegnanti variamente paradossali: la sadica, che gode a terrorizzare i malcapitati alunni, la decrepita, e un po' rimbambita, legata a schemi del passato e fanatica di Giovanni Pascoli, infine la modernista ottusa esperta solo di televisione e di comunicazione mediatica.
Si passa quindi a descrivere l'inferno cittadino dove Cappuccetto Rosso è una sbarbina che lavora alla Standa, la nonna è una tossica che si fa di pensione e il Lupo è uno spacciatore. Le panchine vanno a visitare la tomba dei barboni e i venditori di armi accumulano mucchi di bigliettoni.