E' all'asta, annunciano i giornali, il capolavoro dell’architettura sanitaria del Novecento, alla cui origine vi è una donazione – quella della principessa Maria Demidoff negli anni Trenta all'allora “Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale” – che ne destinava l’uso alla tutela della salute.
L’ex Sanatorio Banti sarebbe sul punto di essere trasformato in mega-albergo, con apparente soddisfazione dell’assessore regioanle al Diritto alla Salute Enrico Rossi e del sindaco di Vaglia e certamente grande delusione degli 8.000 firmatari di quella petizione popolare che da anni chiedevano il ripristino del suo uso pubblico e sanitario.
I cittadini suggerivano alla Direzione dell’ASL sette opzioni concrete di utilizzazione dell’ex Sanatorio, autentico gioiello di famiglia dell’Azienda, incastonato nella memoria collettiva di generazioni di toscani, immerso nel polmone verde di Monte Morello da cui domina Firenze e la sua piana:
residenze sanitarie assistenziali (RSA);
centri diurni semiresidenziali;
strutture post-degenza intermedie fra ospedale e abitazione;
servizi integrativi di diagnostica;
un poliambulatorio;
attività di formazione sanitaria;
attività di educazione alla salute e di educazione ambientale.