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Scandicci: giornalista-poeta e nobildonna-romanziera contemporaneamente in due piazze della città

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 luglio 2005 12:11

Domani sera nel Parco del Castello dell’Acciaiolo alle ore 21.30, Gabriele Rizza sarà protagonista di PER CERTI VERSI, un recital di canzoni e musiche (d’autore).
Recital performance reading cabaret. O più semplicemente divertissement e intrattenimento. Schegge danzanti fra parole e musica. Percorsi aperti sul filo della memoria e della melodia. Filastrocche versi ballate pensieri, motivi insomma, piccole cose che nascono dentro e arrivano piano come echi e riverberi, tracce e fantasie.

In forma di canzone. Fra jazz e piano bar. Con leggerezza e stupore.
Ecco “Per certi versi”, happening di canzoni e musiche (d’autore) di e con Gabriele Rizza, giornalista del manifesto (e non solo), “decano” della critica cinematografica e teatrale toscana che questa volta rivela un’anima divisa in due e si presta al palcoscenico nelle inedite vesti di chansonnier. Un viaggio intimo, personale, che nello scorrere del tempo si è arricchito di canzoni e ballate, di cui ha composto testi e musica, di poesie vere e proprie alternate a rivisitazioni poetiche e scherzi di parole, calenbour e rebus linguistici.

Un viaggio che si snoda sulla scena con una “padronanza” attoriale e cantautoriale che viene da lontano. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, infatti, Gabriele Rizza faceva parte del sodalizio poetico dell’Incongrua Attesa, nelle cui fila militavano fra gli altri Davide Riondino e Paolo Hendel. Il gruppo ha attraversato con baldanzosa sicurezza e costruttiva ironia il periodo d’oro della poesia visiva e dei grandi meeting poetici, sempre consapevole della propria inadeguatezza quanto supportato da un creativo slancio futurista.


Percorsi e memorie che si intrecciano in questo spettacolo. Un piccolo recital denso di sorprese, sorretto da una fantomatica scaletta, improbabile scheletro di uno svolgersi degli eventi che lascia molto spazio all’improvvisazione e al rapporto con il pubblico.
Sul palcoscenico, a sorreggere l’impegno del nostro, un quartetto di musicisti che ha curato gli arrangiamenti delle canzoni e di volta in volta dialoga con le parole e i testi poetici creando leggere trame di sottofondo o slanciandosi in fraseggi di squisita coloritura jazz.

Lo compongono Gianni Stanghellini al sax e flauto, Antonio Cocchi al pianoforte, Fabrizio Calabrese al basso semiacustico e Vittorio Cocchi alla batteria. Quattro musicisti toscani che provengono da diverse esperienze artistiche e culturali, contraddistinti però da un comune denominatore di chiara marca jazzistica.

In Piazza Matteotti, invece, una serata tutta la femminile, con un doppio appuntamento per rendere onore alla Toscana:
Sibilla della Gherardesca, affiancata da Chiara Boni, Lisetta Luchini e Roberto Malfatti, presenterà il suo nuovo libro La mia Toscana (Sperling & Kupfer), uno dei maggiori successi editoriali di questi ultimi mesi.

Il racconto personale di una regione "mitica".
Lisetta Luchini, cantante, attrice e autrice di storie al femminile nonché socia fondatrice del Centro Studi Tradizioni Popolari Toscane ci propone un excursus nella Musica popolare toscana con l’interpretazione, nella versione autentica, di tutto il repertorio anonimo e non della sua terra, dalle canzoni narrative agli stornelli, dalle serenate alle storielle, dai canti sociali alle più belle canzoni d'autore ad essa dedicate.

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