L’Offerta dei Censi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2005 12:55
L’Offerta dei Censi

Amiata, 07 luglio 2005- Comincia domani la festa medievale di Abbadia San Salvatore che rievoca l’offerta dei Censi all’Abate dell’Abbazia con cortei storici, danze, duelli e cene per le vie del centro medievale e che andrà in scena per tutto il paese fino a domenica.
Il programma: Venerdì 8 alle 20.30 in piazza Santa Croce Raduno dei figuranti del Corteo Storico. Sfilata per le vie del centro storico fino all'Abbazia del San Salvatore. Alle 21 rievocazione della lettura del diploma per la concessione del Mercato Sabbatico all'Abbazia.

Alle 21.45 in piazzale Michelangelo Fabbri all'opera: la cerchiatura del carro, vita medievale, balli, giullaria. Sabato 9 alle 14.30 nel centro storico: una giornata a Castel di Badia nel XIII secolo: figuranti in costume d'epoca, tabernae, botteghe artigiane, mercato, combattimenti dei cavalieri, carolae e musici, il presidio militare, l'ospedale per i pellegrini. Alle 20.30 al chiostro dell'Abbazia cena medievale con spettacoli, danze e musica (solo su prenotazione). Domenica 10 alle 10.15 all'Abbazia Messa Pontificale per la festa della consacrazione dell'Abbazia.

Pranzo nelle tabernae. Alle 14.30 animazione nel centro storico e alle 16, in piazza Santa Croce, raduno dei figuranti per il corteo storico. Abbazia San Salvatore Offerta dei Censi. Rientro nel borgo, musica, danze, duelli e giochi. Cena presso le tabernae.
Prima che Siena e, successivamente, Firenze vi estendessero il loro dominio, le terre dell’Amiata furono controllate da un’abbazia benedettina – divenuta poi cistercense – fondata dagli ultimi sovrani longobardi. Situata in posizione strategica sull’antica via Francigena, l’abbazia fu centro di potere spirituale, temporale e culturale e ospitò personaggi famosi come Carlo Magno o Enea Silvio Piccolomini.

La presenza dell’abbazia determinò la trasformazione del territorio e la nascita di un borgo fortificato che, col passare del tempo, si espanse e si liberò progressivamente dai vincoli di sudditanza, dandosi liberi statuti comunali. L’abbazia non ebbe vita facile e l’autorità dell’Abate fu insidiata continuamente, con alterne vicende, dagli eserciti degli Aldobrandeschi di Sovana, da quelli della città di Orvieto, dagli imperiali, da Siena. Prima di assumere le dimensioni e la fisionomia di un borgo medievale, Castel di Badia – come si chiamava il borgo primitivo – fu uno dei tanti casali sparsi nella montagna e nella valle.

Per la sua posizione privilegiata in prossimità dell’abbazia, l’abate Rolando ritenne opportuno raccogliervi gli abitanti degli altri casali per averli pronti alla difesa in caso di attacco nemico. A dimostrare che il pericolo di aggressione era reale, il nucleo più antico del borgo, la Castellina, sorse su una balza scoscesa che costituiva un elemento difensivo naturale. A determinare la nascita dell’Abbazia in posizione strategica non era stata solo la devozione, ma soprattutto la necessità di controllare la via Francigena nel fondo valle; a questo scopo però non furono impiegati soldati in armi, ma semplici monaci che, dissodando le terre, coltivandole, umanizzando il territorio circostante, ne determinarono il controllo e la sicurezza.

Neanche in seguito si formò un esercito regolare al soldo dell’Abate, quanto piuttosto un gruppetto di normali cittadini che occasionalmente si trasformavano in difensori. Ci furono tuttavia guarnigioni militari che periodicamente si installavano nella zona (come quella di Orvieto), in difesa non tanto degli interessi dell’Abate del San Salvatore, quanto delle minacce espansionistiche degli Aldobrandeschi, di Siena o di Firenze. A questi soldati danno corpo le comparse dell’Offerta dei Censi, inscenando duelli e aggressioni, mentre le fanciulle intrecciano danze d’epoca.
La regola di San Benedetto voleva che ogni monastero avesse una biblioteca e istituisse una scuola nella quale si provvedeva all’istruzione religiosa, ma anche all’insegnamento delle arti e delle scienze.

San Salvatore fu ricca e potente, abitata da una numerosa famiglia di monaci e possedeva pertanto anche una ampissima biblioteca che attirava studiosi e ricercatori, come è stato recentemente mostrato da un articolo di Michael Gorman apparso in “Scriptorium”. L’abbazia, come altrove il castello, costituiva il punto di riferimento economico, politico, culturale per le popolazioni del luogo. È altamente probabile che un centro culturale così importante possedesse una scuola destinata ai chierici, ai futuri ecclesiastici, ai giovani che potevano accedere al sacerdozio oppure rientrare tra i laici.


La lunga tradizione dei rapporti tra l’abbazia del San Salvatore sull’Amiata e il popolo di Castel di Badia è alla base della rievocazione storica dell’Offerta dei Censi all’Abate, che si svolge da anni alla metà di luglio e che si è andata arricchendo di elementi nuovi, nel rispetto della veridicità sia della ricostruzione storica, sia di quella delle ambientazioni e dei costumi che caratterizzano il corteo.
In quei tre giorni di luglio il turista, entrando nel borgo medievale, avrà la sensazione di trovarsi in pieno Medio Evo, con le botteghe degli artigiani, la fucina del fabbro, le “tabernae” che offrono piatti elaborati su ricettari, “carolae” improvvisate da deliziose danzatrici, combattimenti acrobatici di cavalieri, armonie di musici, pellegrini risaliti dalla vicina via Francigena per una sosta devozionale davanti alle preziose reliquie dell’abbazia, la quotidianità del presidio militare, della scuola dei monaci, dell’ospizio per i pellegrini nella parte più antica del borgo.

E, naturalmente, la sera di sabato, un ménu medievale da degustare nel chiostro dell’Abbazia.

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