Il museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa ha un nuovo direttore. Paleontologo, docente al Dipartimento di Scienza della Terra con una grande conoscenza di musei di storia naturale, Walter Landini da pochi mesi ha avuto l’incarico di dirigere uno dei musei più importanti e più belli dell’Università. Le collezioni naturaliste, fra le più antiche d’Italia, acquistano un’attrattiva particolare grazie anche alla loro collocazione nella suggestiva Certosa di Calci, che sa trasmettere al museo il fascino della storia e dell’arte.
Non è semplice saper coniugare l’aspetto didattico, che un museo deve sempre tener vivo, con la ricerca e lo studio delle scienze naturali in tutti i suoi aspetti, ma il nuovo direttore ha una lunga esperienza alle spalle e ce l’ha raccontata.
Partendo da lontano, ci racconti come ha scoperto la sua passione per la paleontologia.
“Terminato l’esame di maturità ero orientato verso gli studi di Chimica, ma durante l’estate esplorando alcune grotte nei dintorni della Spezia con i miei amici scoprii il fascino dei fossili, in quel caso i “mitici” orsi delle caverne, così cambiai idea e mi scrissi a Scienze Naturali”.
La sua professione l’ha portata molto in giro per il mondo, quali sono i viaggi che ricorda con maggior interesse?
“Ho iniziato da giovane studiando la popolazione ittica delle barriere coralline, questo ci servì per interpretare la più grande e meglio conservata scogliera corallina fossile del mondo e ritrovata a Monte Bolca (Verona).
Nel ’85 dopo la segnalazione di uno studente aprimmo uno scavo in Ecuador, con un progetto che ancora va avanti sulle Ande. In questo sito ed in altri siti andini abbiamo trovato mastodonti, soprattutto del Pleistocene, Paleolama, Megateridi di 4 metri (una specie di bradipo dell’epoca) e resti di cliptodonti simili a giganteschi armadilli). Questi progetti sono stati finalizzati allo studio e alla ricerca, con la raccolta di dati e le conseguenti pubblicazioni”.
E nel settore didattico?
“Dal ’95 in poi abbiamo percorso questa strada con scavi nel deserto del Sahara e poi sono seguite la Mongolia, il Brasile, il Caucaso e da ultima la Patagonia.
L’obiettivo è quello di reperire materiale originale frutto di una vera spedizione scientifica, arricchito anche da filmati. Questo ci permette di organizzare eventi culturali di varia natura (mostre, laboratori didattici,ecc.) e diffondere la cultura della paleontologia”. A questo riguardo saremo presenti a Genova per la prossima edizione del Festival della Cultura Scientifica con una grande esibizione sui reperti dinosauriani della Patagonia, frutto delle nostre ultime spedizioni.
Come sono i rapporti con i governi degli Stati dove vi recate?
“Generalmente buoni, altrimenti non sarebbe possibile condurre uno scavo.
Facciamo un tipo di accordo che ci permette di reperire materiale, di poterlo portare in Italia per un certo periodo, farne copie, e poi restituirlo al paese di appartenenza”.
Lei è anche un esperto di musei di storia naturale.
“Sì, ho progettato e allestito diversi musei come quello di Pescia, di Mondaino (Rimini) e Lerici, oltre ad aver organizzato mostre tematiche in Italia e all’estero.
Quanto peso ha la paleontologia nel mondo scientifico italiano?
“Negli anni ’80 la paleontologia non aveva nessun tipo di visibilità era una materia pressoché ignorata.
Oggi le cose sono cambiate, l’interesse è aumentato, grazie ai mass media, filmologia in primis che ha molto parlato, anche romanzando, la vita dei dinosauri, ma ha comunque creato una maggiore attrazione verso l’argomento. Oggi si è capito che il territorio è una risorsa e nel mercato della cultura c’è spazio anche per il paleontologo”.
Qual è lo scopo del museo?
“Diventare sempre più un centro culturale dedicato agli studenti di tutte le età, dalla materna all’università, ma anche per gli adulti che coltivano la passione per le scienze naturali.
Questo impone la realizzazione di progetti qualificati, nei quali mi impegnerò e che presto sarò in grado di presentarvi in modo più specifico, inaugurando altre sale al museo e nuove iniziative che avranno come centro il nostro museo”.