Una serata per festeggiare il venticinquesimo anno di vita di Bobo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2005 22:54
Una serata per festeggiare il venticinquesimo anno di vita di Bobo

Parco del Castello dell’Acciaiolo, lunedì 4 luglio alle ore 21.30 ci sarà “BOBO 25”, una serata per festeggiare il venticinquesimo anno di vita di Bobo e per raccontare come sono nati appunto Bobo, Bibi, e tutti gli altri personaggi di Sergio Staino. Dalle prime strisce su Linus, alle tavole domenicali sull’Unità, proiettate su grande schermo e accompagnate dal pianoforte di Leonardo Brizzi. Sergio Staino, in scena, introduce e racconta: le situazioni familiari, gli attriti con i dirigenti politici, le sue emozioni trasferite sulla carta.

Due ore di spettacolo composto da racconti, aneddoti, ed una serie di vignette e strisce esilaranti.

Sergio Staino nasce a Piancastagnaio, in provincia di Siena, nel 1940. Laureato in Architettura, sfrutterà quel titolo per insegnare materie tecniche alle scuole medie nell'area fiorentina. Anche per questo, si stabilisce sulle colline presso Scandicci, con la moglie peruviana Bruna e i figli Ilaria e Michele. Giunto "nel mezzo del cammin di sua vita", tuttavia, l'architetto Staino imbocca una nuova, fortunatissima strada, che gli servirà per descrivere, parafrasandola, la crisi politica ed esistenziale nella quale stava smarrendo la via diritta.

Si tratta del Fumetto. Staino vi si avvicina abbastanza timidamente, ignorando di divenire a tempo di record una delle firme satiriche italiane più importanti e popolari. A fumetti, descriverà un po' se stesso e un po' i turbamenti della sua generazione sessantottina attraverso il personaggio di Bobo, che nasce col ritmo della striscia, lo stesso di Charlie Brown e di Beetle Bailey. Le prime tavole scritte e disegnate da Staino, con una presentazione del carismatico Oreste del Buono, appaiono su Linus, nel 1979.

Tra il 1980 e il 1981, Staino collabora alla pagina culturale del quotidiano romano Il Messaggero e, nel 1982, imposta il suo proficuo rapporto con L'Unità, superato l'iniziale scetticismo sulle possibilità di ironizzare dal podio di un organo di partito. Nel 1986, il papà di Bobo fonda e dirige il settimanale satirico Tango, sulle cui pagine sfileranno le migliori firme della satira italiana, molte delle quali provenienti da Il Male, giornale che aveva rilanciato la satira in Italia nel decennio precedente.

Scrivono per Staino, tra gli altri, Lorenzo Beccati, Gino e Michele, Francesco Guccini, Renato Nicolini, David Riondino, Sergio Saviane, Michele Serra. Disegnano per lui Altan, Angese, Massimo Cavezzali, Dalmaviva, Ellekappa, Giuliano, Daniele Panebarco, Roberto Perini, Vincino, perfino Andrea Pazienza che, prima di morire, nel l 1988, lascerà in redazione le sue ultime vignette che ritraggono Achille Occhetto. In quegli stessi anni, lo chiama anche la TV. Dopo aver trasportato Bobo in alcuni sketch dello show Drive In (impersonato da Paolo Pietrangeli), nel 1987, Staino dirige la rubrica Teletango, su Raitre.

Nel 1990, realizza il film-video Io e Margherita e cura la parte satirica negli "special elettorali" del TG. Quindi, nel 1993 firma il "varietà" Cielito lindo, una sorta di "Zelig ante litteram" condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci, dove debuttano televisivamente Aldo Giovanni e Giacomo, la Littizzetto e Bebo Storti. Nel 1995-96, Staino collabora al TG3 con una vignetta satirica quotidiana. Per il grande schermo, nel 1988 sceneggia e dirige il film Cavalli si nasce, con Hendel, Riondino, Vincent Gardenia e la partecipazione straordinaria di Roberto Murolo.

Del 1992 è Non chiamarmi Omar, tratto da un racconto di Altan e con uno straordinario cast d'interpreti, da Gastone Moschin a Barbara D'Urso, dalla Sandrelli alla Muti. Numerosi gli impegni teatrali, da direttore artistico del Teatro Puccini di Firenze alla presidenza dell'Istituzione Servizi Culturali di Scandicci, fino alla direzione artistica dell'Estate Fiorentina. Inoltre, le illustrazioni (con Isabella Staino) del racconto di Adriano Sofri Gli angeli del cortile (2003) e la versione attualizzata del burattino collodiano Pinocchio Novecento, interpretata da alcuni protagonisti della storia del Novecento.

Tra i riconoscimenti ottenuti si ricordano nel 1984 il Premio Satira Politica Forte dei Marmi e lo Yellow Kid come "miglior autore" al Salone Internazionale dei Comics, il Premio Tenco/Canzone e fumetto nel 1986 e il Premio Persea 2002.

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