In Toscana le specie segnalate sono 25, ma negli ultimi anni non se ne trova più di 10/15 e sono ancora meno le specie che vantano adeguate consistenze numeriche.
Le cause del declino sono riconducibili a due principali cause:
- perdita di rifugi (estivi e invernali) a causa del crollo o ristrutturazione di vecchi edifici, per la mancanza di vecchi alberi cavi (eccessiva attività di ceduazione che non lascia invecchiare gli alberi), per attività speleo-turistica nelle grotte. I rifugi più importanti sono quelli riproduttivi dove le femmine si riuniscono da estesi territori per formare colonie di 10-1000 esemplari e dare alla luce un solo piccolo all'anno;
- perdita di idonee aree di foraggiamento dove andare a caccia notturna di insetti.
Ovviamente la biodiversità di pipistrelli è legata alla biodiversità delle aree idonee alla caccia, ma la progressiva banalizzazione degli habitat, l'uso indiscriminato di pesticidi, determinano una riduzione delle prede (in numero e in varietà) e quindi una riduzione delle specie più "specialiste" e del numero di esemplari di pipistrelli.
E' possibile favorire qualcuna delle specie di pipistrelli utiizzando rifugi artificiali, e piazzandoli dove ci sono zanzare abbondanti si riesce sicuramente a contenerne il numero.
Esistono esperienze di questo tipo: l'utilizzo di cassette nido nei comuni di Busnago e di Massarosa.
Paolo Agnelli
Museo di Storia Naturale dell'Universita' di Firenze