Su iniziativa della Provincia di Firenze e dell'Associazione “Un Tempio per la Pace”, per il ciclo di incontri con donne testimoni e portatrici di pace dei nostri giorni “Voci della speranza: Donne per la pace”, venerdì 10 giugno alle 21 nella Sala delle conferenze del Centro di solidarietà di Firenze, in via dell’Anconella 3, (Porta San Frediano), incontro con con Souzan Fatayer sul tema “Costruire la pace restituendo dignità”. Presentano Mara Baronti, Presidente della Commissione Pari opportunità della Regione Toscana, Cecilia Gallia e Marco Romoli, dell’Associazione Un Tempio per la pace.
Souzan Fatayer, nata a Nablus (Palestina) nel 1965, conclude i suoi studi scolastici in Palestina e si trasferisce in Italia a Napoli, dove si laurea in Economia e Commercio.
Continua la sua formazione post universitaria specializzandosi in archivistica, in conservazione delle documentazioni storiche . Insegna la lingua araba a Roma e a Napoli ed è consulente di cultura e lingua araba. Attualmente si occupa di mediazione interculturale come esperta del ruolo della donna nel mondo arabo. Tiene conferenze in tutta Italia sul tema del conflitto israelo – palestinese, le sue radici storiche, le sue conseguenze sulla popolazione civile con particolare riguardo alla società civile palestinese.
Collabora attivamente con la Rete Internazione delle Donne in Nero e a Napoli si occupa dell’ accoglienza di bambini cardiopatici provenienti dalla Palestina ed Iraq nell’ambito del progetto di collaborazione tra la Regione Campania, la Comunità palestinese in Campania e il Medical Relief di Ramallah e la Croce Rossa Internazionale. Per questo suo impegno nel febbraio del 2003 il comune di Napoli l’ha insignita del premio " Donna per la Pace 2003”.
Con il patrocinio della Provincia di Firenze, il sostegno e la collaborazione dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia di Firenze, la Commissione Pari Opportunità della Regione Toscana, Commissione Pace del Comune di Firenze e il Centro di Solidarietà – Onlus di Firenze.
Al progetto collaborano le associazioni Giardino dei Ciliegi, Le donne in nero, Beati i costruttori di pace, Centro Ewam, Centro Dea.
L’Associazione “Un Tempio per La pace” Onlus, che coinvolge operatori di cultura e di pace, fondazioni, centri culturali e religiosi, singoli cittadini, si è costituita nel 1996 intorno ad un progetto ideato da Marco Romoli con gli studenti di architettura del Liceo Artistico L.B.
Alberti di Firenze, per la costruzione di un luogo aperto a tutti coloro che intendano percorrere un cammino verso la Pace tra gli uomini, a qualsiasi religione o cultura appartengano. Si tratta di un progetto che non muove da nessuna religione o parte politica, che chiama a collaborare tutte le religioni, che pur avendo fondamento nell’amore e nella pace, troppo spesso nella storia si sono trasformate in strumento di intolleranza, guerra e persecuzione.
Negli anni abbiamo ospitato grandi “uomini di pace”, come il Dalai Lama, Thich Nhat Han, Edgar Morin e Erwin Laszlo, e molti altri, sia laici che rappresentanti di religioni diverse .
Poche sono state le presenze delle “donne”, perciò per i prossimi incontri del 2005 sentiamo la necessità di dar spazio e voce a testimonianze femminili.
Presentiamo un ciclo di incontri con donne testimoni e portatrici di pace dei nostri giorni, per continuare un lavoro di approfondimento partendo da un’ottica femminile, spesso più coraggiosa e stimolante.
La loro testimonianza è fonte di conoscenza di situazioni che troppo spesso ci appaiono lontane ed estranee alla nostra vita, ma che invece sono specchio di realtà che riguardano da vicino ed in profondità ognuno di noi, perché i motivi della violenza, della guerra, dell’oppressione e dell’intolleranza ci accompagnano dalla notte dei tempi lungo tutto il cammino della storia umana.
Le donne “Voci della speranza”, che operano in campi diversi sempre in nome del rispetto dei diritti umani e della non violenza, ci propongono un modo diverso di essere e di guardare al futuro per progettare un mondo di pace.
Pace non come assenza di conflitto, ma come un valore profondo che può permeare ogni ambito e ogni rapporto della vita umana.