Firenze, 28 maggio 2005 – L’informazione multiculturale in Italia vive un momento di crescita, si esprime con differenti strumenti e linguaggi, ed assume un ruolo di pubblico servizio cha va meglio valorizzato e riconosciuto. E’ questo il messaggio espresso in occasione della cerimonia di premiazione del Premio giornalistico Mostafà Souhir per la multiculturalità nei media, tenuta nella mattinata di sabato 28 maggio alla Stazione Leopolda di Firenze, all’interno delle iniziative del festival Fabbrica Europa.
Il premio, in memoria di un giornalista di origine marocchina attivo sui temi della multiculturalità e dei diritti umani prematuramente scomparso quattro anni fa, promosso dall’o.n.g. COSPE, dalla Fondazione Fabbrica Europa e da Controradio di Firenze, dal Comune di Firenze, con il patrocinio della Regione Toscana, è giunto alla seconda edizione, dedicata quest’anno alla carta stampata. Come in occasione della prima edizione, la cerimonia conclusiva è stata l’occasione per far incontrare tante delle realtà editoriali multiculturali della radio, della TV, della carta stampata e del web, attive su tutto il territorio nazionale.
Quest’anno è stato raggiunto un risultato importante: la costituzione di una Piattaforma nazionale dei Media Multiculturali Italiani, che nei prossimi mesi lavorerà alla elaborazione di strategie di lavoro comune per il futuro, soprattutto in riferimento al mondo dei mass media a larga diffusione, degli enti locali e della società civile.
“Le oltre 100 realtà di media multiculturali attivi in Italia, tra radio, giornali e tv, oltre a svolgere un servizio di interesse pubblico fondamentale per le comunità, rappresentano un luogo di discussione e scambio tra i migranti e gli altri gruppi di origine etnica minoritaria, così come tra le comunità minoritarie e quelle maggioritarie, promovendo il pluralismo culturale e informativo in ambito mediale”, ha dichiarato Anna Meli, coordinatrice del Comitato Promotore del Premio Mostafa Souhir.
In linea di continuità con la prima edizione, sono stati confermati diversi membri della Giuria, che quest’anno è stata composta da Jean Leonard Touadi (Presidente di Giuria, giornalista), Khaled Fouad Allam (editorialista La Repubblica), Giovanni Anversa (RAI – Racconti di Vita e Segretariato Sociale RAI), Nacera Benali (Il Messaggero), Milena Gabanelli (RAI - Report), Raffaele Palumbo (direttore di Controradio, Firenze), Giovanni De Mauro (direttore di Internazionale), Omar Calabrese (Università di Siena).
Il premio, consistente in una borsa di 5.000 euro, è stato attribuito al periodico Bota Shqiptare (“mondo albanese” in italiano), testata giornalistica nata a Roma nel 1999 per favorire il dialogo della comunità albanese con quella italiana, ed oggi consolidatasi fino a diventare vera e propria casa editrice gestita dal fondatore Roland Seiko, che produce anche il bollettino Shqiptari i Italise (“l'albanese d'Italia”). Un lavoro che, come l’intero processo di integrazione e di convivenza con gli immigrati, va sostenuto con molta perseveranza, e che deve coinvolgere tutte le realtà della società italiana, come ha sostenuto nel suo intervento Lucia De Siervo, assessore all’immigrazione del Comune di Firenze, che ha consegnato il premio.
Sono state anche attribuite diverse menzioni speciali, a partire dalla menzione speciale giovani, in favore della cinese He Jinchuan, che ha dichiarato: “La comunicazione è fondamentale per abbattere i muri che ci dividono e per oltrepassare i limiti che noi stessi abbiamo tracciato”. Altra menzione speciale è stata attribuita ai periodici Asylum Post, Extra e Ristretti Orizzonti, per il coraggio dei temi trattati, presentando rispettivamente le dure realtà dei rifugiati in Italia e degli immigrati nelle carceri di Matera e Padova.
Realtà davvero molto dure, dal momento che “molto più degli italiani, gli stranieri in carcere non hanno speranze e nessuna aspettativa per il futuro”, come ha commentato Ornella Favaro, direttrice di Ristretti Orizzonti. Menzione speciale assegnata anche ad Altri, una pubblicazione che si distingue per la capacità di valorizzare la voce e le esperienze degli immigrati di seconda generazione in Italia.
Il premio alla carriera è stato conferito a Farid Adly, giornalista di Popolare Network da venti anni, fondatore dell’agenzia stampa Anbamed e collaboratore di diversi quotidiani, tra cui il Corriere della Sera e Il Manifesto.
Sono stati riconosciuti il suo impegno civile, il suo coraggio, la sua capacità di lavorare per un’informazione coerente, nella continua ricerca del dialogo interculturale in Italia.
Le produzioni partecipanti, ideate e realizzate da cittadini di origine immigrata, che hanno concorso all’assegnazione del premio, sono state 31. La metà sono bilingue o pubblicate in più di due lingue. Tra le 16 lingue utilizzate, gli articoli parlano soprattutto albanese, arabo, francese e inglese.
Le candidature provengono da 10 regioni (nord, centro, sud), rispecchiando la dislocazione delle comunità di origine immigrata sul territorio nazionale.
I contenuti espressi sono molto vari, dalle informazioni di servizio per le comunità immigrate, alle analisi generali di carattere interculturale e sociologico, alle informazioni sui paesi esteri ad uso del pubblico italiano.
Per la sezione giovani hanno concorso 15 candidati, con altrettante esperienze che parlano diversi linguaggi espressivi: giornalini, racconti, elaborati scolastici.
Nel corso della tavola rotonda, che ha preceduto la premiazione, Nacera Benali, a nome della giuria, ha voluto lanciare un appello al mondo del servizio pubblico e dei mass media a larga diffusione, ricordando che “i giornalisti immigrati conferiscono ricchezza al panorama giornalistico italiano, a patto che venga loro riconosciuto il giusto ruolo. Intellettuali e giornalisti sono chiamati a prendere delle posizioni più coraggiose”.